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Colpo di Stato a Seborga Un francese tenta il golpe nel Principato farlocco

L'autoproclamato Nicolas I vuole scalzare il «sovrano» eletto Marcello I però non molla: caccia l'usurpatore e si tiene il trono

Colpo di Stato a Seborga Un francese tenta il golpe nel Principato farlocco

Matteo BasileC'è un colpo di Stato in atto nel cuore dell'Europa, in Italia addirittura. Un tentativo di rovesciare un governo legittimamente eletto con un sopruso che ha pochi eguali nella storia recente del Vecchio continente. Il tutto nell'inspiegabile indifferenza generale. Siamo a Seborga, Comune, pardon, principato, sulle colline imperiesi dove vivono in armonia 320 anime, sudditi fedeli di sua altezza serenissima il principe Marcello I (al secolo Marcello Menegatto), eletto per grazia di Dio e volontà del popolo sovrano nel 2010. Serenissimo lui e serenissimi i sudditi, almeno fino a quando l'impostore d'oltralpe Marcel Mentil, finora cittadino del principato con incarichi di ambasciatore, si è autoproclamato sovrano spodestando sua altezza Marcello. Nicola I, così si è ribattezzato, ha realizzato il suo personale sito internet del principato, rigorosamente in francese, ha nominato il suo consiglio della corona e ha pure annunciato la svolta governativa con un messaggio ai cittadini seborghini: «Oggi si apre un nuovo capitolo per il principato di Seborga», ha detto in un video diffuso urbi et orbi. Un golpe in piena regola. Eppure il governo italiano non ha detto nulla, l'Unione Europea fa finta di nulla e l'Onu non ha preso alcuna posizione. Fortuna che il legittimo governante di Seborga non è rimasto con le mani in mano. Mentil è stato immediatamente sospeso dall'ambitissimo ruolo di rappresentante generale del Principato in Francia che sinora ricopriva e per inevitabile rappresaglia è stata revocata la cittadinanza a lui e a tutti i membri della sua famiglia. Insomma, un po' di agitazione in questo fazzoletto di terra che rivendica un'improbabile indipendenza dalla Repubblica italiana c'è stata eccome. Le cronache raccontano che la principessa Nina fosse piuttosto scossa ma dopo una riunione d'urgenza convocata nella trattoria San Bernardo di Seborga, i cittadini siano stati avvisati del pericolo imminente e, fedeli al legittimo sovrano, sembra abbiano reagito con l'aplomb tipico di chi non è disposto ad accettare sgarbi o invasioni. Pur abituato, chissà perché, ad essere deriso e sminuito nella propria legittima voglia di indipendenza sovrana. Da queste parti infatti l'indipendenza non la vogliono, semplicemente la rivendicano in quanto non ha mai cessato di esistere. Stato a sé già dal 954, divenne principato nel 1079. Quando 1729 il territorio fu venduto a Vittorio Amedeo II di Savoia, l'atto di vendita non venne mai registrato e, comunque, riguardava il semplice possesso dei territori ma non la sovranità, alla quale il Re di Sardegna ha sempre rinunciato. E quindi, l'annessione al regno d'Italia del 1861 è considerata unilaterale e illegittima. Con buona pace di tale Enrico Ilariuzzi, che ha l'ardire di farsi chiamare sindaco di quello che per la toponomastica ufficiale è definito un Paese. Anzi, il suddetto, che pur definisce «ottimi» i rapporti con sua altezza, non prende posizione sul colpo di Stato in atto e al Giornale spiega che «finché rimane tutto nell'ambito del folklore, contribuisce alla promozione del territorio e fa benissimo a Seborga». Blasfemo, eretico. Ringrazi piuttosto la magnanimità di sua altezza serenissima che gli concede di girare per il Principato con una fascia tricolore che nulla rappresenta. Del resto, con un golpe in atto, Marcello I ha ben altro di cui preoccuparsi. Ma da queste parti non hanno dubbi: il legittimo regnante è lui e lui soltanto. L'usurpatore straniero non passerà. A Seborga, di personaggi farlocchi con titoli assurdi e cariche tutte da ridere ce n'è già abbastanza.

Lunga vita al principe e al principato, quindi.

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