Cronaca locale

Il comandante dei vigili "molestato" resta di pietra (come tutte le vittime)

Qualcuno gli tocca il sedere 5 volte: "Ora capisco le donne"

Il comandante dei vigili "molestato" resta di pietra (come tutte le vittime)

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Il comandante dei vigili "molestato" resta di pietra (come tutte le vittime)

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Una sola notte ma cinque volte. Ragguardevole. Specie per un neofita di 63 anni. La prima cosa alla quale abbiamo malignamente pensato è che il comandante della polizia locale, che per ben cinque volte si è sentito palpare il sedere alla sfilata di Giorgio Armani «One Night Only» a Venezia sabato scorso, avrebbe dovuto controllare bene se la mira dello sporcaccione non fosse in realtà il suo portafoglio. Ma dal messaggio postato e subito rimosso da Marco Agostini e dalla sua divisa, era evidente che quell'eventualità fosse già stata fugata. Sembra che il comandante abbia sentito su di sè tutta la sgradevolezza e il senso di umiliazione che in genere capita alle donne di dover provare. Compresi quell'incredulità e quell'imbarazzo che portano a tacere. Inebetiti dalle circostanze, paralizzati dalla vergogna, attanagliati dal senso di colpa «avrò fatto qualcosa io per meritarmi una mano sulle chiappe?». Perfino il comandante dei vigili, sentendosi toccato, ha preferito far finta di nulla e sorridere. Ma il sorriso che si è inventato ha peggiorato le cose piuttosto che migliorarle, tacere ha significato non intervenire nel corso paradossale degli eventi e i ravanamenti all'indirizzo del suo sedere, da uno sono diventati cinque.

«Io per interrompere la cosa» ha scritto Agostini «ho scelto di allontanarmi velocemente dall'evento sempre mantenendo il sorriso sulle labbra e di non fare una piazzata solo per rispetto della divisa che indosso. Forse era una sfida». Evidentemente, nel codice genetico di un agente di polizia locale, come in quello delle donne, c'è la scritta distorta che dice che si deve sopportare, portare i pesi sulle spalle in silenzio, far finta di niente per non mettere qualcuno in imbarazzo. È curioso come la psicologia della vittima, in circostanze diversissime, in situazioni diversissime, su soggetti diversissimi colpisca esattamente allo stesso modo.

«Ho voluto scrivere il post» spiega ancora il comandante «perché ho capito davvero che cosa prova una donna quando le mettono una mano sul sedere. Il disagio che si prova e il non sapere che cosa fare. Quello che mi premeva rendere pubblico è il disagio che prova la vittima. Gli uomini, spesso, minimizzano». Agostini non ha visto bene il suo molestatore ma è quasi certo si tratti di un uomo e anche riguardo alla «denuncia» la reazione è identica a quella di chi subisce: «Non ho denunciato, sarebbe una denuncia nei confronti di ignoti. Gli organizzatori dell'evento non c'entrano nulla. Si è trattato di un deficiente che si è comportato male». Come anche il timore dei giudizi accomuna un marcantonio in divisa a una giovane indifesa, tanto che riguardo al post messo e subito rimosso il comandante spiega: «L'ho tolto. Alcuni l'hanno interpretato in maniera distorta, hanno scritto che avevo assistito al fatto senza fare niente. Quindi ho preferito eliminarlo, non voglio alimentare polemiche». Caro comandante, ci dispiace molto per ciò che le è accaduto: alla sua età, con un orientamento eterosessuale, farsi toccare il sedere da un uomo a un evento pubblico, mentre indossa la divisa delle grandi occasioni, davanti al sindaco e ad altri ospiti illustri dev'essere stato davvero imbarazzante. Ma la sua umiliazione, o meglio la descrizione della sua umiliazione, il suo annichilimento da vittima «qualsiasi», è forse la miglior campagna contro la violenza sulle donne.

Non si danni perché sulle sue chiappe si è consumata una battaglia importante.

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