Le comete? Da vicino sono così

Prima volta a pochi chilometri dall'astro

Le comete? Da vicino sono così

Un mare di crateri, vere e proprie montagne, massi alti 30 metri e scarpate ripide: è il primo paesaggio di una cometa su cui si sia posato lo sguardo dell'uomo. Le immagini straordinarie sono le prime inviate a Terra dalla sonda «Rosetta», dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), arrivata ieri vicino alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko dopo aver viaggiato per 10 anni e 6.000 milioni di chilometri attraverso il Sistema solare. «Finalmente ci siamo», ha detto il direttore generale dell'Esa, Jean-Jacques Dordain, nell'evento organizzato nel centro di controllo della missione a Darmstadt (Germania).

Applausi, strette di mano e pollici in alto hanno salutato l'arrivo a destinazione, con un'esplosione di entusiasmo che nel centro di controllo ha fatto balzare tutti in piedi. Rosetta è adesso legata alla cometa da una strana orbita triangolare, continuamente controllata dai motori perché altrimenti la sonda continuerebbe a procedere dritta in quanto la forza di gravità della cometa è impercettibile. È una prima assoluta nella storia dell'esplorazione spaziale, così come non ha precedenti tutto ciò che accadrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, fino all'11 novembre, quando Rosetta si troverà a circa 4 metri dalla cometa e rilascerà il lander Philae, un robot che scenderà sulla superficie e perforerà il nucleo. Il trapano con cui lo farà è uno dei tanti contributi forniti per l'impresa dall'Italia.

Il nostro Paese partecipa alla missione con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e con l'industria, attraverso le aziende del gruppo Finmeccanica Thales Alenia Space, Telespazio e Selex ES. Notevole anche il contributo del mondo della ricerca, con le università Parthenope e quella di Padova, Politecnico di Milano, Istituto Nazionale di astrofisica (Inaf) e Cnr.

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