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La comica fuga di Andrea tra i corridoi del castello per evitare gli avvocati

Rivelazione: la sicurezza ha sottratto il duca all'ingiunzione. È la strategia della sua difesa

La comica fuga di Andrea tra i corridoi del castello per evitare gli avvocati

Londra. Prosegue la querelle tra i legali del Principe Andrea e quelli di Virginia Giuffre. La donna, ex vittima americana del pedofilo miliardario Epstein, ha accusato il secondogenito della Regina di aver abusato di lei quando era ancora minorenne. Andrea ha sempre negato ogni accusa, ma la donna non si è data per vinta e lo ha denunciato in sede civile. Perché il procedimento potesse continuare però, era necessario che i documenti della denuncia venissero consegnati al Principe. Requisito complicato da ottenere, visto anche che le due parti vivono in due Paesi differenti. Ma è qui che all'improvviso tutta la storia si trasforma da The Crown in una puntata della serie legal The Good Wife, con tratti esilaranti. Perché chi di voi, non ha mai assistito a una di quelle scene hollywoodiane in cui il malcapitato di turno viene raggiunto a tradimento da un'ingiunzione?

Ecco, a sentire i legali della Giuffre i documenti sarebbero stati notificati al protagonista della nostra vicenda il 27 agosto. Per i rappresentanti del Principe invece la notifica non è valida perché non sono stati consegnati direttamente a lui. Così domani, spetterà a un giudice del tribunale americano decidere chi ha ragione e se il procedimento può continuare. Ma a prescindere da questo, tutti i giornali nazionali di ieri mettevano in prima pagina la notizia del gioco al gatto col topo svoltosi in quel di Windsor tra gli avvocati venuti a cercare il presunto colpevole e gli agenti della sicurezza che tentavano di depistarli. Non è un gossip da quattro soldi, il racconto proviene dai documenti ufficiali della corte che si appresta a giudicare il caso, almeno così dicono i tabloid come il Mail, che descrive il tentativo di raggiungere il principe come uno spassoso slalom tra i vari assistenti avvocatizi, gli agenti della sicurezza, i portavoce in seconda e chi più ne ha più ne metta.

Ripercorrendo le tappe, un ufficiale giudiziario del team assoldato dalla Giuffre sarebbe giunto ai cancelli del Royal Lodge di Windsor - residenza del Principe che però al momento si trovava a Balmoral - il 26 agosto alle 9.30 del mattino. Avrebbe incontrato lo staff del personale, poi avrebbe parlato con la polizia, incluso il capo degli agenti della sicurezza il quale, spiacente, gli avrebbe detto che non riusciva a rintracciare né il segretario personale del Principe, né qualche altro assistente «senior». Il tabloid si sofferma soprattutto sulla relazione della corte secondo cui sono mesi che Andrea «tenta di evitare di farsi consegnare l'ingiunzione», dando così sfogo all'immaginazione dei lettori che già si vedevano l'estenuato protagonista origliare dietro le porte e fuggire di stanza in stanza mandando avanti i suoi aiutanti prediletti, nel disperato tentativo di sfuggire al braccio lungo della legge.

Che alla fine, sempre secondo i legali dell'accusatrice, è riuscito a beccarlo, se è vero che il giorno dopo l'ardito ufficiale giudiziario si è ripresentato a Windsor per riparlare con il capo della sicurezza, che a quel punto gli ha consigliato di lasciare la notifica nelle mani degli agenti di polizia, presenti al cancello principale del Lodge, assicurando che i documenti sarebbero stati poi trasmessi ai legali di competenza. «L'ufficiale giudiziario - affermano i quotidiani di ieri - ha chiesto se era possibile incontrare personalmente l'imputato, ma gli è stato detto che non lo era». Secondo gli avvocati di Virginia Giuffre la missione è compiuta, mentre il solito «no comment» è arrivato dal portavoce del Principe ai giornalisti che chiedevano se avesse Sua Altezza avesse ricevuto i documenti.

Che cosa accadrà dopo? Lo sapremo nella prossima puntata.

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