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Una svolta epocale che ci allinea al resto del mondo avanzato

"Prosegue senza sosta la rivoluzione fiscale del governo, mirata a costruire un sistema più equo e giusto a vantaggio di cittadini e imprese"

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«Prosegue senza sosta la rivoluzione fiscale del governo, mirata a costruire un sistema più equo e giusto a vantaggio di cittadini e imprese». Così il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, alla fine del Cdm che ha accolto le proposte del ministro Giancarlo Giorgetti per una radicale «revisione del sistema sanzionatorio tributario». In grandi linee, si tratta di una vera e propria svolta epocale che ci allinea con il resto del mondo avanzato e che, occorre sottolineare, rappresenta un primo, importante passo verso la nascita di un fisco a misura d'uomo che gli italiani aspettano da decenni. Nella nota del governo sono scritti sulla pietra alcuni principi fondamentali per il sistema fiscale. Tra questi il divieto per l'amministrazione finanziaria di notificare più di un accertamento al contribuente per il medesimo tributo e il medesimo periodo d'imposta; il cosiddetto ne bis in idem. È però sul piano delle sanzioni che l'esecutivo ha deciso di imprimere una accelerazione senza precedenti in Italia, introducendo il criterio della proporzionalità, senza tuttavia modificare le pene per le frodi e le omesse dichiarazioni. Ciò dimostra la chiara intenzione di uscire da quella sorta di giungla sanzionatoria che, come una moltitudine di contribuenti conosce sulla propria pelle, spesso funziona come un vero e proprio tritacarne per chi si trova nell'impossibilità di versare anche solo una rata di un tributo. Tant'è che lo stesso Leo ha sottolineato che le «sanzioni amministrative verranno ridotte da un quinto a un terzo, avvicinandole ai parametri europei, e introducendo un principio di maggiore proporzionalità».

Inoltre, anche sul piano delle manette agli evasori, tema assai caro alla sinistra forcaiola, la svolta non è da poco. Infatti il governo, in merito alle sanzioni penali, intende adeguare le norme relative alla non punibilità agli indirizzi emersi dalla giurisprudenza. Tutto questo, con l'obiettivo chi aiutare chi non può pagare per cause di forza maggiore e chi decide comunque di mettersi in regola, anche attraverso la rateizzazione, pagando l'intera imposta, le sanzioni (ridotte) e gli interessi.

Sebbene resti ancora molto da fare per raggiungere la dimensione reale del fisco amico più volte vagheggiato dal governo, come per esempio il superamento dello scoglio basato sul solve et repete, prima paga e poi richiedi, nondimeno l'accelerazione impressa alla riforma fiscale appare politicamente di grande rilevanza. In tal senso ci aspettiamo una immediata e scomposta reazione da parte dell'opposizione giallo-rossa e dell'antica cinghia di trasmissione della Cgil. Una sinistra e composita schiera di forze, spontaneamente unite sotto i vessilli del partito delle tasse, e anche delle grandi bugie, che già intonano alti i loro canti di guerra contro «il governo che sostiene e appoggia gli evasori».

Purtroppo per loro e per fortuna dei contribuenti italiani, la realtà delle cose è altrove.

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