Commercialista incinta si lancia dalla finestra Il marito: "Lo stress per il lavoro l'ha uccisa"

Suicida nel giorno del compleanno. Era al nono mese di gravidanza. Gli psicologi: "Il burnout nelle donne può portare a tragedie come questa"

Commercialista incinta si lancia dalla finestra Il marito: "Lo stress per il lavoro l'ha uccisa"

Quando il mondo che ti circonda diventa una pressa che ti schiaccia. Inesorabilmente. E allora la scelta più atroce - quella del suicidio - diventa una liberazione. Così a una donna di 37 anni, stimata commercialista, ha deciso di farla finita, proprio nel giorno del suo compleanno: ha spalancato la finestra di casa, a Torino, e si è buttata dal nono piano. Pochi attimi prima stava parlando con una sua collega. L'argomento, sempre lo stesso: il lavoro. Un impegno gravoso, che la stava stritolando. Fisicamente e mentalmente. Soprattutto ora che attendeva un bambino. Una maternità cercata, desiderata. Ma senza lasciare mai i suoi impegni lavorativi. Un mix di ansie e responsabilità che non le ha lasciato scampo. Gli psicologi lanciano l'allarme: «Il burn out (stress da lavoro ndr) è un fenomeno che può portare a conseguenze drammatiche». Come dimostra la tragica fine di Giuliana. La sua storia emerge dal dolore del marito: «Mia moglie è stata travolta dal lavoro. Giuliana amava tantissimo la sua professione. Lo faceva con passione ma si impegnava troppo. Non sapeva dire di no. Nemmeno adesso che era al nono mese di gravidanza. Questo l'ha distrutta». Il loro bambino sarebbe nato con un cesareo programmato il 20 febbraio. Due vite spezzate: «Temeva di non saper gestire tutto, anche se noi le avevamo garantito tutto l'aiuto possibile, ma lei si sentiva lo stesso soverchiata», dichiara a Repubblica la suocera che abita nell'appartamento accanto a quello dove Giuliana si è tolta la vita. Nemmeno suo marito, sposato lo scorso anno, sospettava che in Giuliano quel «male oscuro» covasse in maniera così grave. Per poi esplodere con una modalità che ha dell'incredibile. Pochi secondi prima di compiere il gesto, Giuliana era infatti al telefono con una collega di studio, con la quale stava conversando tranquillamente. Poi il silenzio. L'amica ha provato a richiamarla, ma non ricevendo risposta ha lanciato l'allarme. Inutili i soccorsi che sono intervenuti immediatamente, per la donna e il suo piccolo non c'è stato niente da fare. «Sembrava la persona di sempre - ha dichiarato una collega sconvolta - felice e realizzata in tutto. Era felice per quel bimbo che portava in grembo. Avrò tutto il tempo per godermelo, diceva».

«Siamo liberi professionisti, ci sentiamo responsabili dei nostri clienti e anche lei era così, una professionista con un carico di lavoro molto importante - racconta il titolare dello studio commercialista con cui collaborava la donna -. Aveva scelto lei, come molto lavoratori a partita Iva, di non interrompere gli impegni con i clienti nemmeno nell'ultimo mese di gravidanza. Diceva di stare bene, che era tutto a posto. Noi siamo sempre stati pronti ad aiutarla».

In casa la polizia ha trovato un biglietto, posto sotto sequestro: un minuzioso e lungo elenco di cose da fare indirizzato ai colleghi di studio. Che ora guardano, muti, la sua scrivania. Sulla quale spicca un fiore. Ormai reciso.

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