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Compagna Schlein, il nuovo che arretra e scorda gli operai. A Mirafiori soltanto due voti

Entusiasmo a Mirafiori tra il popolo della sinistra. Là dove regnava Giuanìn Lamiera, al secolo Gianni Agnelli così chiamato dai lavoratori duri e puri della Fiat, detta la Feroce, si sono tenute le primarie del piddì

Compagna Schlein, il nuovo che arretra e scorda gli operai. A Mirafiori soltanto due voti

Entusiasmo a Mirafiori tra il popolo della sinistra. Là dove regnava Giuanìn Lamiera, al secolo Gianni Agnelli così chiamato dai lavoratori duri e puri della Fiat, detta la Feroce, si sono tenute le primarie del piddì. Solerti fedeli all'insegna del partito avevano allestito, al di qua del Sangone, nel rione operaio che ospita il circolo Mirafiori sud, rione operaio, un locale adibito alle votazioni per le primarie del partito. Ai cancelli della fabbrica oggi Stellantis si era presentato a gennaio il compagno Stefano, nel senso di Bonaccini che aveva incontrato i delegati di Fiom e Uilm promettendo che, in caso di sua elezione a segretario il partito sarebbe stato vicino ai lavoratori. I quali, però, stando ai risultati delle primarie torinesi sono loro lontani dal partito succitato, infatti, a parte l'assenza giustificata per febbre del vicepresidente del circolo, De Martino Gianluigi, l'affluenza registrata è stata a livelli di riunione condominiale, si sono presentati al seggio in 24, oltre la metà degli iscritti che sono 51, lo stesso governatore dell'Emilia Romagna ha raccolto 13 preferenze, alle sue spalle Gianni Cuperlo ha avuto 9 voti e a chiudere la triade Elly Schlein gratificata dall'affetto di 2 preferenze che nemmeno Vasco Rossi ai festival di Sanremo. Evaporano le istanze di movimentismo della stessa Elly? Nessuno può saperlo, la propaganda si muove, corre lungo gli studi delle emittenti televisive, illustri opinionisti sponsorizzano idee dei candidati, il Partito Democratico conta più agiografi che elettori, il distacco dal paese è evidente ma tenuto sotto vuoto spinto e spento. Da Genova arrivano altri mormorii malmostosi, di Ornela Casassa l'insegnante che ha rifiutato un lavoro a paga bassa e chiede alla sinistra dove mai sia finita mentre su questo campo, quello del salario e della dignità del lavoro, dovrebbe muoversi.

È un brutto momento per il partito, al punto che l'accusa viene da dentro, Valentina Cuppi è la presidente del Piddi, direi all'insaputa del mondo e degli stessi iscritti e no, massimo dirigente però scadenza dopo un triennio vissuto nel canneto, mentre altrove, in stanze più importanti venivano decise strategie ed alleanze ma Lei, in quanto donna e pure presidente o presidentessa niente, nemmeno un fiore e allora la Valentina ha reagito, sfogandosi con uno dei fili vicini all'idea o ideologi, Repubblica ça va sans dire: «Nelle stanze in cui si decideva davvero io non c'ero mai. C'erano solo uomini di una certa età». Che poi certa non si sa bene che cosa significhi, un po' come le preferenze delle primarie. Del resto la stessa Valentina Cuppi, candidata alle politiche del settembre scorso, terza in lista alla Camera nel collegio di Bologna, non era stata eletta. Non c'è bisogno di un pallone spia made in China per sondare e capire l'aria che tira (qualsiasi riferimento è puramente voluto) tra i figuranti sempre più intellettuali e sempre meno consapevoli dello scollamento tra dibattito politico e realtà sociale, con il tentativo, quasi patetico, di rispolverare linguaggi antichi, lotta di classe, borghesia padrona che ormai nulla hanno più a che fare con lo stesso identikit del piddì, già pds e poi ds. L'esito delle primarie di Mirafiori dovrebbe essere un segnale d'allarme per chi gode di immunità e impunità politica, se è ritenuto irrilevante il numero dei partecipanti allora si mette in dubbio lo stesso valore degli iscritti mentre le due preferenze riservate a Elly Schlein sono il nuovo che arretra, la risposta chiara a chiacchiere e distintivi. Il partito di governo e di opposizione, nel breve spazio di un mattino, è un ossimoro dinanzi al quale il popolo ha capito il giro del fumo, Cipputi non ha più le stesse aspettative verso il partito e verso il sindacato.

E cerca altrove le risposte.

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