La comunità ebraica sconcertata dall'attacco "Tesi di odio, abbiamo un grande problema"

La protesta di Ruth Dureghello. Il dem Fiano: "Dichiarazioni inaccettabili"

La comunità ebraica sconcertata dall'attacco "Tesi di odio, abbiamo un grande problema"

Pd, abbiamo un problema. Il mondo ebraico italiano è sconcertato per il caso del segretario dei democratici lucani Raffaele La Regina, e guarda con inquietudine a ciò che si sta muovendo a sinistra in vista delle elezioni politiche.

Si intravedono segnali preoccupanti, che sembrano preannunciare qualche imminente «scricchiolio». Il timore è una scarsa tenuta nella difesa di Israele, di una posizione cioè che nel filone Pci-Pds-Ds, ha faticato parecchio a farsi largo fra ostilità, pregiudizi e vecchie obbedienze.

La vicenda di La Regina, ieri, ha suscitato autentico sconcerto, anche per le (non) reazioni. Il giovane capolista lucano doveva rappresentare - con pochi altri - il tentativo di un rinnovamento anche anagrafico del partito. Ma nel suo curriculum - il Giornale lo ha raccontato ieri - sono emerse posizioni anti-israeliane di allucinante superficialità e ostilità, che hanno indotto la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, a intervenire: «Candidare i giovani in Parlamento è una scelta di valore, soprattutto se i candidati portano valore e idee innovative - ha scritto - Se bisogna leggere tesi di odio che negano il diritto d'Israele ad esistere allora abbiamo un grande problema».

E che ci sia questo problema lo denotano non solo le uscite come quelle di La Regina, ma anche le reazioni. Mentre dal centrodestra sono piovute moltissime critiche, da Matteo Salvini a Daniela Santanchè, a sinistra hanno prevalso tiepidi silenzi o frettolose difese.

Il segretario Enrico Letta si è precipitato a stabilire che le scuse del suo capolista chiudevano il caso, intanto il deputato (ed ex presidente della Comunità ebraica di Milano) Lele Fiano si è rimesso al segretario e il consigliere comunale milanese (già presidente dell'Unione dei giovani ebrei d'Italia) Daniele Nahum ha parlato sì di uno «scivolone», in cui «è doveroso non incappare», garantendo al contempo che la posizione del Pd «è sempre stata chiara». Anche per Fiano, sollecitato da più parti, la cosa migliore era «che dichiarasse e fugasse ogni dubbio se ve ne fossero mai, il segretario Enrico Letta». «Dichiarazioni gravi e inaccettabili» - ha concesso il deputato milanese - ma che «non hanno nulla a che fare con la posizione del Pd».

La Regina resta candidato insomma, e a tutti sta bene - sembra normale - che sia così. La vicenda - compresa la voluta, generale, sottovalutazione a sinistra - ricorda quella del candidato sindaco di Sesto San Giovanni, Michele Foggetta, un esponente della sinistra che era stato autore di veri e propri insulti verso Israele. In quel caso era intervenuto per condannarli il presidente del presidente del Memoriale della Shoah Roberto Jarach; Foggetta si era scusato e l'evidente imbarazzo non aveva impedito al Pd di continuare la sua campagna per quel candidato sostenuto - insieme ai 5 Stelle - con tanto di comizi di Letta e Giuseppe Conte. Lo stesso Fiano era andato a volantinare a Sesto pochi giorni dopo.

Ora, per paradosso, Fiano è stato candidato proprio nel collegio (quasi impossibile) che comprende Sesto, mentre il Pd concede dignità di grande alleato, e collegio sicuro, a un altro anti-israeliano come Nicola Fratoianni, mentre a Milano lascia a casa un giovane come Pierfrancesco Maran e affida tutto a Lia

Quartapelle, che proprio due giorni fa, «come un rifondarolo» qualsiasi twittava contro Israele, definendo «grave e preoccupante» la misura presa nei confronti delle ong palestinesi. Segnali, che non passano inosservati.

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