Consip, torna in servizio Scafarto Verso il confronto Lotti-Marroni

Il ministro e il suo accusatore si preparano al faccia a faccia per la fuga di notizie sull'inchiesta in cui è coinvolto Renzi sr

Consip, torna in servizio Scafarto Verso   il confronto  Lotti-Marroni

Roma Potrebbe essere questione di ore, e il ministro dello Sport Luca Lotti si troverà faccia a faccia con il suo accusatore nel caso Consip, l'ex ad della Centrale acquisti della pubblica amministrazione, Luigi Marroni, che lo ha indicato tra i responsabili della soffiata sulle indagini della Procura di Napoli, oltre al presidente di Publiacqua Filippo Vanoni, al generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia e all'allora presidente di Consip Luigi Ferrara.

Lotti, che per le accuse del manager pubblico si ritrova indagato dalla Procura di Roma per rivelazione di segreto d'ufficio, ha sempre negato di aver spifferato la notizia che consentì a Marroni di bonificare gli uffici Consip dalle microspie, per il semplice fatto che non sapeva nulla dell'inchiesta in corso. Questo disse al procuratore aggiunto Paolo Ielo nel dicembre del 2016 quando venne interrogato la prima volta. Un punto molto delicato per i magistrati romani che hanno ereditato il fascicolo dai colleghi partenopei e per i quali adesso è arrivato il momento di capire chi e perché ha mentito tra Lotti e Marroni. E l'unico modo per farlo è mettere a confronto l'ex ad, che dopo il caso Consip ha perso il posto, con il ministro uscente.

Non è l'unica novità di un'inchiesta che sempre più sembra aver perso per strada il motivo dal quale era partita, cioè le presunte irregolarità degli appalti pubblici gestiti dalla Consip, per concentrarsi sulle ripetute fughe di notizie e sul modo in cui sono stati condotti gli accertamenti soprattutto dai carabinieri del Noe, ai quali il fascicolo è stato tolto in corso d'opera proprio a causa delle numerose violazioni del segreto, oltre che dal pm napoletano Henry John Woodcock, a sua volta indagato per una presunta fuga di notizie, vicenda poi però finita in archivio.

Di ieri la notizia che il Tribunale del Riesame ha annullato la misura interdittiva che prevedeva la sospensione dal servizio per un anno dell'ufficiale dei carabinieri Gianpaolo Scafarto, accusato di depistaggio, rivelazione del segreto e falso per aver alterato un'informativa sulla quale si basavano buona parte delle accuse nei confronti di Tiziano Renzi, il papà dell'ex premier, indagato per traffico di influenze illecite con il suo amico, Carlo Russo, a sua volta molto vicino all'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, che puntava agli appalti Consip.

Dalle indagini sarebbe emerso, come ha scritto ieri il Fatto Quotidiano, che babbo Renzi potrebbe aver incontrato Romeo a Firenze e non a Roma, come si è detto finora. Circostanza sempre negata dal papà dell'ex segretario Pd, che presto dovrebbe tornare davanti ai pm.

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