Undici ore di camera di consiglio per stabilire che il contagio del virus dell'hiv ai danni di decine di partner, conosciute in chat, effettivamente ci fu ma senza alcun dolo. Così la terza corte d'assise di Roma ha deciso ieri di condannare Valentino Talluto, impiegato 33enne di Acilia ma originario di Caltanissetta, a 24 anni di reclusione per il reato di lesioni aggravate dal vincolo della continuazione ma non per quello di epidemia dolosa che, se riconosciuta, avrebbe comportato la pena dell'ergastolo. Una lunga vicenda giudiziaria che parte il 23 novembre 2015 con un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Alessandro Arturi, nei confronti di Talluto al quale il pm Francesco Scavo attribuisce il reato di lesioni gravissime, permanenti e volontarie, nei confronti di almeno sei donne che il ragazzo ha prima conosciuto via chat e poi ha frequentato dal 2006 al 2014 avendo con loro rapporti sessuali non protetti, senza informarle di essere sieropositivo perché aveva contratto il virus dell'hiv. Il magistrato e la sezione di pg della Polizia di Stato temono di non aver rintracciato tutte le donne che hanno avuto a che fare con Talluto in questi anni e che inconsapevolmente potrebbero essere state esposte alla malattia. Fino al giorno prima dell'arresto, Talluto aveva avuto rapporti intimi senza l'uso del profilattico.
Altra data-chiave dell'iter giudiziario: il 24 maggio 2016 con una nuova misura cautelare in carcere per Talluto; intanto cresce il numero delle donne che sono state contagiate. Ma il gip Francesco Patrone non si pronuncia sull'accusa, più grave, di epidemia contestata dalla Procura.
Arriviamo così al 14 settembre 2016, con il pm Scavo che chiude l'indagine contestando a Talluto non solo le lesioni gravissime ma anche l'epidemia dolosa con l'aggravante di aver agito per futili motivi. Sono 57 gli episodi emersi fino ad ora durante le indagini preliminari di cui deve rispondere Valentino, tra contagi diretti (32), quelli indiretti (riferiti a tre partner di donne in precedenza infettate e a un bimbo, nato nel maggio del 2012, figlio di una straniera con cui l'indagato aveva avuto rapporti e al quale era stato diagnosticato il virus dell'hiv all'età di otto mesi) per non parlare di quelle donne (21) che scampate all'infezione al pari di tre uomini che con Valentino hanno preso parte a rapporti sessuali a tre. Molte delle ragazze che hanno frequentato l'imputato erano vergini e di giovane età.
«È ingiusto - hanno commentato gli avvocati di parte civile - che Talluto sia stato condannato
per il solo reato di lesioni gravissime, mentre sia stato invece assolto per quello di epidemia dolosa. Per l'imputato la Procura aveva chiesto la condanna all'ergastolo». Una sentenza che quindi non esaurisce le polemiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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