Contagio, continua la frenata. Il Paziente 1: "Si può guarire"

I nuovi casi sono 3.780, superati i 50mila. Rallentano anche decessi e guariti. Lombardia, meno ricoverati

Contagio, continua la frenata. Il Paziente 1: "Si può guarire"

Un sorriso stiracchiato, la speranza che si stia per scollinare. Per il secondo giorno i numeri di contagi e morti per coronavirus nel nostro Paese rallentano. Un cambio di tendenza che non deve far gridare alla battaglia vinta, perché si tratta pur sempre di cifre allarmanti, ma che può far pensare che le misure governative che hanno trasformato l'Italia quasi in un palcoscenico vuoro stanno dando i loro frutti. Vedremo nei prossimi giorni se il sorriso si allargherà.

Eccoli, i dati, dunque. Sciorinati come sempre dal commissario della Protezione civile Angelo Borrelli con espressione più distesa. I contagi a livello nazionale sono cresciuti nelle ultime ventiquattr'ore di 3780 unità, domenica erano stati 3957. Il totale dei positivi attuali è di 50.418, dei quali 3204 in terapia intensiva (+195), 20,692 ricoverati in reparti ordinari (+846) e 26.522 quelli in isolamento domiciliare perché privi di sintomi o con sintomi lievi (+2.739). Frenano anche i morti, che ieri sono stati 602, (domenica erano stati 651, sabato 793) che portano il totale a 6077 croci. In diminuzione però anche i guariti, che ieri sono stati soltanto 408, mentre domenica erano stati 952. Il totale ora è di 7432. Assommando positivi attuali, guariti e morti, il coronavirus finora ha colpito in Italia 63.927 persone (+4789 rispetto a domenica), più di un italiano su mille.

La Lombardia, malgrado il primo saldo negativo dei ricoverati, che passano da 9439 a 9266, resta la regione «rossa» per eccellenza, con 28.971 contagi totali, con un aumento di 1555 rispetto a domenica. Secondo i dati forniti dall'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, tra le province più colpite migliorano i dati relativi a Bergamo (6471 positivi, con una crescita di 255 nuovi casi, domenica erano stati 347, sabato addirittura 715), mentre peggiorano decisamente in quella di Brescia (5905 positivi, +588, domenica erano stati 289 e sabato 380). Ancora abbastanza al sicuro il Sud che. dice Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, «mostra dei dati dove la curva non sembra impennarsi». Anche se pure nel Meridione «l'atteggiamento deve essere rigoroso». Secondo Brusaferro sarà «una settimana decisiva», anche per quello che avviene nelle case degli italiani: «Vorrei enfatizzare la parte domiciliare, per fare in modo che la curva, auspicabilmente e il prima possibile torni, a scendere. Il passaggio richiede le misure di distanziamento sociale ma non può prescindere dal fatto che i sospetti devono limitare al massimo di trasmettere ad altri. Perché non c'è terapia intensiva che tenga».

L'Italia continua ad arrancare, e deve ringraziare la solidarietà internazionale, che sembra finalmente essersi messa in moto. «Sono stati accolti dalla Germania i primi due pazienti positivi al coronavirus provenienti dall'Italia - ha detto Borrelli, secondo cui i trasferimenti totali dovrebbero essere otto. «È un segnale dell'importanza della solidarietà internazionale». Ringraziamenti anche per Russia, Cina, Cuba e Francia, che hanno mandato medici e strumentazioni. E per tutti gli italiani che hanno donato «sul conto corrente del dipartimento della protezione civile oltre 25 milioni e mezzo di euro, risorse che saranno destinate a potenziare la capacità di contrasto al virus con l'acquisto di dispositivi di protezione individuale, di respiratori e di altro materiale sanitario».

Tra le buone notizie di ieri anche le dimissioni dall'ospedale san Matteo di Pavia di Mattia, il paziente numero 1: «Sono stato molto fortunato - ha detto in un messaggio audio che è stato rilanciato dai media - io sono stato curato mentre ora potrebbero non esserci medici per salvarti la vita, quindi state a casa.

Da questa malattia si può guarire, devo devo dire grazie ai medici che mi hanno concesso tornare a vivere». Poi un monito all'informazione: «Chiedo a tutti i media di rispettare la privacy mia e mia famiglia, vorremmo piano piano dimenticare questa esperienza e tornare alla nostra normalità».

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