Contante ancora nel mirino ma sui conti impatto ridotto

Il governo valuta incentivi e disincentivi

Contante ancora nel mirino ma sui conti impatto ridotto

Ci ricascano tutti. Anche il neoministro all'Economia Roberto Gualtieri, raccontavano fonti europee, avrebbe valutato di inserire nel conto della manovra 2020 anche i presunti proventi dalla lotta all'evasione. Peccato che le regole europee (e italiane) lo vietino. Ma nell'agenda del governo in carica ci saranno sicuramente misure anti evasione. Per ora le vere novità emergono dalla lotta al contate. Un «sempreverde» che portò il governo di Mario Monti a imporre un limite massimo per le operazioni cash a mille euro. Poi l'esecutivo Renzi riportò il limite a 3.500 euro. Ora il governo appena insediato sta valutando di percorrere la strada degli incentivi (e dei disincentivi) per spingere gli italiani sempre di più verso la moneta elettronica. Ad esempio l'abolizione delle commissioni pagate dai commercianti per i micropagamenti con carte di credito o bancomat. Poi sanzioni per chi rifiuta il Pos. Poi pagamenti elettronici obbligatori per chi ha rapporti con la pubblica amministrazione e detrazioni possibili solo per pagamenti tracciabili. Si è arrivati a ipotizzare una tassa sui prelievi ai bancomat. Misure che rischiano di non avere gli effetti desiderati. Nei giorni scorsi l'ex ministro Giulio Tremonti ha spiegato che potrebbero addirittura favorire l'aumento dell'evasione. Forti dubbi persino da Geronimo Emili, presidente di Cashlessway, associazione creata per favorire la scomparsa del contante.

«Sono montagne russe che non aiutano i cittadini a formarsi un'idea per assumere comportamenti responsabili».

La lotta al contante è in realtà una partita molto politica. È uno dei pochi punti di contatto tra M5s e Pd. La rilevanza per i conti pubblici rischia di essere nulla.

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