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Conte sbotta: "Questo Renzi? È un senatore..."

Il premier risponde infastidito alla domanda sulle frizioni con Italia Viva: "Questo Renzi? Non si dice così, come se fosse un personaggio..."

Conte sbotta: "Questo Renzi? È un senatore..."

Tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi tira aria di crisi. Non è ormai un mistero: il fondatore di Italia Viva, che si è opposto alla riforma Bonafede per la prescrizione e che preme per ottenere l'abolizione dei decreti Sicurezza, ha messo nel mirino il presidente del Consiglio. Tra i due i margini di una riappacificazione sembrano praticamente inesistenti. Intanto il premier, uscendo dal Senato dopo le comunicazioni sul bilancio Ue, ha bacchettato un cronista che gli aveva posto una domanda sulle frizioni con i renziani. "Questo Renzi mi tiene sulle spine? Non dite 'questo Renzi'. È il senatore Matteo Renzi, leader di un partito di maggioranza, Italia Viva. Non è 'questo Renzi', come se fosse un personaggio così...", ha risposto seccato l'avvocato.

Nel frattempo c'è grande attesa per l'intervista che questa sera l'ex Pd rilascerà nel corso della trasmissione Porta a Porta. Non è affatto da escludere (anzi, sembra essere cosa certa) che dalle poltroncine bianche sgancerà l'annunciata "bomba". "Se devo dare un consiglio vi dico di ascoltare domani (oggi, ndr) Porta a Porta, è una cosa che può avere un senso per il prosieguo della legislatura. Dirò alcune cose", ha avvertito. Una tra le tante ipotesi sul tavolo riguardarebbe la proposta di una legislatura costituente, facendo così sedere tutti a un tavolo per ragionare sul Paese: il medesimo appello era stato lanciato dal leghista Giancarlo Giorgetti.

"Priorità? La crescita"

Ieri il rottamatore avrebbe confidato ai suoi: "La discussione sulla prescrizione è stata fondamentale, ma pur tenendo fermo quel fronte dobbiamo andare oltre. Lancerò quindi un accordo sulle riforme, il più ampio possibile. Un patto di legislatura. Il modello migliore mi sembra quello del 'sindaco d'Italia', quindi l'elezione diretta del premier". Ma la posizione del capo dell'esecutivo è tutt'altro che congruente con quella di Renzi: "Dobbiamo lavorare come se fossimo in emergenza nazionale, dobbiamo far crescere l'Italia. Questo sistema deve crescere, verrà fuori una cura da cavallo".

Da una parte però l'ex presidente del Consiglio sembra tendere una mano a Conte: "Sui temi della politica continentale, sull'impegno europeo" non deve esserci "nessuna divisione, pensare che le fibrillazioni interne portino a una presa di distanza sulle questioni europee sarebbe completamente sbagliato".

E ha precisato che al Vertice Ue straordinario di domani il premier "ci rappresenta appieno come rappresenta appieno la comunità nazionale".

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