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Conte fa il duro sui migranti, ma le coste sono un colabrodo

Le parole del premier a Cerignola (Foggia), durante un intervento sulla legalità: "Non possiamo tollerare che si entri in Italia in modo irregolare. Dobbiamo essere duri e inflessibili"

Conte fa il duro sui migranti, ma le coste sono un colabrodo

Predicare rigore, ordine e massima attenzione agli sbarchi dopo non aver agito per contrastare il continuo afflusso verso le coste italiane ed anzi minimizzando quotidianamente sulla portata del fenomeno come spesso fatto dai ministri del suo governo nei giorni scorsi: protagonista dell'inatteso teatrino il premier Giuseppe Conte il quale, senza curarsi delle evidenti contraddizioni tra le sue parole e l'operato dell'esecutivo, tuona da Cerignola (Foggia) a margine di un incontro sul tema "legalità".

"Non possiamo tollerare che si entri in Italia in modo irregolare. Tanto più non possiamo tollerare che in questo momento in cui la comunità internazionale intera ha fatto tantissimi sacrifici, questi risultati siano vanificati", ha dichiarato il sedicente avvocato del popolo, come riportato dall'agenzia Agi.

"Addirittura ci sono migranti che tentato di sfuggire alla sorveglianza sanitaria. Non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo essere duri e inflessibili", ha aggiunto ancora Conte, probabilmente all'oscuro del reale significato del termine "inflessibilità".

L'hotspot di Lampedusa è da tempo al collasso, ed ogni tentativo di smistare in fretta e furia i nuovi arrivati verso altri lidi ha portato in più di un'occasione dei problemi di grave entità. Solo per citare un esempio si può ricordare quanto accaduto in Basilicata, dove alcuni stranieri originari del Bangladesh e provenienti proprio da Lampedusa erano stati sottoposti all'esame del tampone faringeo solo dopo il loro arrivo risultando positivi e facendo scoppiare il panico per il nuovo focolaio.

Se a ciò si aggiungono le ripetute fughe in massa dalle strutture di accoglienza da parte di individui potenzialmente infetti, come accaduto nei giorni scorsi, il quadro preoccupante si espande ulteriormente e viene a contrastare proprio con i sacrifici fatti dagli italiani tanto sbandierati dal premier. "Stiamo collaborando con le autorità tunisine. È quella la strada. Io stesso ho scritto una lettera al presidente tunisino e sono contento che abbia fatto visita ai porti per rafforzare la sorveglianza costiera", ha spiegato il presidente del consiglio nel tentativo di tranquillizzare il Paese. "Dobbiamo contrastare i traffici, dobbiamo contrastare l'incremento degli utili da parte dei gruppi criminali che alimenti questi traffici illeciti. Dobbiamo continuare in questa direzione, dobbiamo intensificare i rimpatri".

"Abbiamo fatto una riunione con i ministri competenti con cui siamo ancora in quotidiano contatto, con Di Maio, con la ministra Lamorgese, il ministro Guerini, la Ministra de Micheli", ha aggiunto il primo ministro."Stiamo lavorando per evitare che questi traffici possano continuare. In questo momento di fase acuta non possiamo permetterci che la comunità nazionale corra ulteriori pericoli".

Un cambio di rotta, quantomeno a parole, che non ha tuttavia convinto le opposizioni. "Conte si accorge del problema degli sbarchi fuori tempo massimo e, con la voce grossa, auspica più rimpatri. Peccato che il problema sia a monte: bisogna bloccare le partenze perchè non siamo in grado di continuare ad accogliere tutti", ha affondato Annagrazia Calabria (Forza Italia), come riportato da AdnKronos.

"E certo non si può continuare a far scappare i migranti dai centri in cui sono ospitati. In tutta Italia si registrano fughe di migranti e particolarmente preoccupante è la situazione nel Lazio, con i casi di importazione emersi nel viterbese e un gruppo che si è allontanato da un centro a Latina. I rischi per la salute degli italiani, ai quali sono stati chiesti sforzi enormi per contrastare l'epidemia, sono altissimi.

Il combinato tra indecisionismo e incapacità del governo non è più tollerabile", ha concluso la deputata azzurra.

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