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Conte fa il furbo e finge di rompere per incassare più poltrone in Puglia

Il leader grillino punta a raddoppiare gli assessori con il rimpasto di Emiliano. "Stiamo imponendo il tema della legalità". E i Cinque Stelle credono alla rimonta sul Pd alle Europee

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È il gioco di Giuseppe Conte. Ha lasciato ma può raddoppiare. E così, al netto del cinismo dell'operazione, lo strappo del M5s in Puglia si sta trasformando in una specie di capolavoro di tattica politica. Con la complicità del Pd e la sponda di Michele Emiliano. Tutto si muove venerdì, quando Elly Schlein convince il governatore pugliese a prendere sul serio lo scenario di un azzeramento della Giunta regionale. Che è esattamente ciò che voleva ottenere l'ex avvocato del popolo italiano nel momento in cui ha deciso di passare all'opposizione del disastrato centrosinistra pugliese. Uscire per rientrare. Lasciare e raddoppiare. Intanto Conte torna a proporsi come l'unico alfiere della «questione morale». «In questi giorni molti opinionisti e commentatori hanno tirato fuori le unghie. Contro la corruzione, il voto di scambio, la commistione di interessi fra politica e affari che emergono dalle inchieste in tutta Italia? Macché. Si sono furiosamente scagliati contro di me e il M5s, perché - anziché far finta di nulla - abbiamo osato porre l'urgenza della questione morale», scrive l'ex premier in un post sui social. Conte cavalca ancora le vicende pugliesi: «Ci hanno definito opportunisti, anche se in Puglia abbiamo rinunciato ad assessorati e incarichi pur di dare un segnale di svolta dopo le inchieste che non ci hanno nemmeno sfiorato». In realtà la mossa del passaggio all'opposizione di Emiliano potrebbe avere l'effetto di aumentare poltrone e influenza. A Bari, certo. Ma soprattutto a Roma. Ecco lo scenario auspicato dal presidente del M5s: Emiliano procede a un rimpasto radicale della Giunta, accontentando i desiderata di Schlein, tutta indaffarata a rincorrere il giustizialismo grillino. Da lì Conte passerebbe all'incasso. C'è l'assessorato alla legalità, inserito dal M5s nel protocollo consegnato dall'ex premier giovedì a Emiliano. «Non abbiamo chiesto quell'assessore per noi», precisano i pentastellati. Eppure sembra scontato che tutto si muoverà nella direzione voluta da Conte. Un civico, magari un magistrato gradito a Conte, a occupare l'assessorato alla legalità preteso dal M5s. Poi potrebbe esserci di più. I Cinque Stelle non escludono nemmeno di poter aumentare la pattuglia in Giunta. In caso di azzeramento del governo regionale, oltre alla conferma di Rosa Barone al Welfare, è al vaglio l'ipotesi della promozione di uno degli altri tre consiglieri del M5s. Perciò Chiara Appendino riapre al dialogo col Pd: «Il campo largo non è morto ma niente deroghe sulla legalità». La probabile riuscita dell'operazione in Puglia dà nuovo impulso alle ambizioni di Conte. L'ex premier carica i suoi: «Stiamo imponendo il tema della legalità». Ai vertici del M5s cominciano a credere alla rimonta alle europee. Non un sorpasso, forse un pareggio. Di sicuro l'affaire Emiliano può contribuire a ridurre il distacco dal Pd di Schlein. Infatti l'avvocato non perde occasione per marcare le differenze con i dem. «Siamo fra i pochi che si rifiutano di candidare acchiappavoti con le loro clientele per nulla trasparenti, rimettendoci voti in termini di preferenze a tutte le competizioni amministrative».

Conte risponde anche ai retroscena sulla sua aspirazione di tornare a Palazzo Chigi: «Mi hanno accusato di avere un solo pensiero fisso: tornare a Chigi, quando ne sono uscito proprio per aver rifiutato compromessi al ribasso con certi mestieranti della politica». Preso com'è dalla partita pugliese, Conte ha dimenticato pure di ricordare Gianroberto Casaleggio, fondatore del M5s scomparso il 12 aprile

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