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Conte è fuori tempo. Proponga la flat tax

La riunione per gli Stati generali dell'economia indetta dal premier Conte a Villa Algardi, detta anche Casino del Bel Respiro, nel parco di Villa Pamphilj, in uso alla presidenza del Consiglio, ha vari aspetti assurdi

Conte è fuori tempo. Proponga la flat tax

La riunione per gli Stati generali dell'economia indetta dal premier Conte a Villa Algardi, detta anche Casino del Bel Respiro, nel parco di Villa Pamphilj, in uso alla presidenza del Consiglio, ha vari aspetti assurdi. Villa Algardi è una sede di rappresentanza per le riunioni dei capi di stato e di governo. Ma siamo in una Repubblica di democrazia rappresentativa e la sede appropriata per gli stati generali è il Parlamento. Al più il premier, avrebbe potuto convocare questa assise a Palazzo Chigi, sede la presidenza del Consiglio dei ministri, anziché al Casino del bel respiro, che si presta meglio come sede del Grande fratello.

Gli Stati generali hanno per oggetto le direttive per la programmazione della ripresa economica e le precauzioni sanitarie per agevolarla per il dopo pandemia, che avrebbero dovuto essere stabilite all'inizio della fase uno, onde disporre del piano, per la fase due di fine primavera ed estate e per la fase tre, dell'autunno e dell'inverno. Occorreva essere pronti a controbilanciare la paurosa caduta del Pil, dell'occupazione e la crescita del debito pubblico nel periodo marzo-aprile-maggio e occorreva predisporre le misure economiche e le precauzioni sanitarie per l'ultimo trimestre dell'anno. E invece gli Stati generali si fanno ora, a giugno, dopo che la fase due è già iniziata, per un piano presumibilmente disponibile in autunno, quando si sarà già vicini alla fase tre di fine anno. Sembra di essere nell'Opera di Giuseppe Verdi I lombardi alla prima crociata. In cui si susseguono tenori, baritoni e bassi che cantano «partiam, partiam, orsù partiam», ma non partono mai.

Tuttavia una riunione c'è, con molti big che danno consigli. E Conte può far subito qualcosa di concreto, immediatamente operativo, per contrastare ciò che emerge, dai dati dell'Istat sulla forza lavoro e da quelli della Banca d'Italia sulla produttività. Innanzitutto, dovrebbe reintrodurre i voucher per tutte le attività economiche, per accrescere la flessibilità delle imprese e del lavoro autonomo e per dare a molti, che sono senza il loro impiego tradizionale, un lavoro temporaneo. Inoltre, per creare lavoro per i giovani, che ne sono drammaticamente senza e hanno smesso di cercarlo, un rimedio immediato c'è: la flat tax del 15%. Essi la pagherebbero solo per la parte eccedente la quota esente, che è di 8mila euro annui (615 mensili per chi lavora tutto l'anno) per i lavoratori dipendenti e di 4.800 per gli autonomi (circa 100 euro mensili). Inoltre serve un esonero totale dall'Irap per i giovani. Nei progetti per far ripartire l'Italia, negli Stati generali, c'è anche la proposta di far ripartire il progetto del Ponte sullo stretto, che è stato bloccato, nonostante il sostanzioso contributo europeo.

Me ne compiaccio dato che sostengo il Ponte sullo Stretto dagli anni '60, quando per il ministro del Bilancio redigevo la derisa «programmazione economica per gli anni '80». Ma nel frattempo, a Villa Pamphili, il governo, potrebbe decidere lo sblocco di una grande o media opera, con commissario, tipo Ponte Morandi. Così almeno uno dei Crociati finalmente partirebbe.

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