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Il terrore di Conte: "Ecco perché non si candida"

La nomina di Emanuela Del Re come inviata speciale per il Sahel libera un posto alla Camera. Conte, però, non si candida per paura di perdere

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La nomina della deputata Emanuela Del Re come inviata speciale per il Sahel genera nuove fibrillazioni all'interno del Movimento Cinque Stelle.

"Gli effetti di questa nomina non saranno soltanto fuori dai confini nazionali", spiega a ilGiornale.it dietro garanzia di anonimato un parlamentare grillino. Che aggiunge: "Ci sarà una conseguenza ben precisa anche in Parlamento. Del Re libererà il suo posto a Montecitorio e si aprirà la corsa per il seggio di Roma dove era stata eletta". Secondo una parlamentare pentastellata al secondo mandato "potrebbe candidarsi Beppe Conte, ma non lo farà mai, perché ha paura di perdere contro la valanga del centrodestra che si abbatterà oltre che sulle amministrative di Roma, anche sulle elezioni che avverranno nello stesso contesto". Conte scommette sulla sconfitta della Raggi e questo già "si vede da come sta gestendo la pratica amministrative romane". "Fino a venerdì scorso era stato di una freddezza unica sul tema, poi non ne ha potuto fare a meno ed è andato a fare visita a Virginia", fa notare ancora la nostra fonte. L'obietto dell'ex premier "è superare le comunali di ottobre limitando il più possibile i danni" e, perciò, "sta mettendo spesso le mani avanti sui risultati che porterà a casa il movimento", aggiunge la parlamentare grillina. "A Roma poi sa benissimo quale sarà il risultato e non vuole legare l'esito di una sua possibile candidatura alla Camera al fallimento di questa tornata elettorale per il Comune", chiarisce ancora la nostra fonte. Un grillino di lungo corso rincara la dose: "Conte non si mette in gioco, ma allo stesso tempo non fa nemmeno giocare la squadra" perché "da una parte teme di essere travolto anche lui dal centrodestra, come pensa succederà alla Raggi, se si candidasse alle suppletive a Roma, dall'altra tiene il movimento completamente imballato in attesa di risolvere con Grillo". "E, intanto perdiamo consensi...", chiosa il pentastellato.

Nel Movimento, poi, tengono ancora banco le frizioni sullo statuto tra 'Giuseppi' e il fondatore del M5S, Beppe Grillo, che "si sente sempre più ai margini", come ci dice un Cinquestelle vicino al garante. "Nella formula pensata da Conte, Grillo sarebbe più una figura simbolica che di peso. Allora è scattata la sua reazione e ha bloccato tutto", ci dicono i grillini. "Forse Conte confonde il M5S con il suo partito personale", aggiunge stizzita una senatrice pentasellata che aggiunge: "Del resto non ci ha completamente coinvolto. Nessuno ha visto una bozza o perlomeno uno schema di ciò che Conte presenterà. E adesso vuole pure ridimensionare Beppe".

La partita, insomma, si riapre continuamente e sembra ancora molto lontana dal triplice fischio.

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