Conte ora prova a cacciare Grillo: "Non accetto uno che sta sopra"

Dopo il flop e le continue liti arriva un ultimatum dell'ex premier contro il fondatore: "Non è democratico vivere in una comunità in cui c'è un soggetto sopraelevato"

Conte ora prova a cacciare Grillo: "Non accetto uno che sta sopra"
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La lite tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo prosegue, con il più stantìo dei cliché. Il messaggio recapitato dal leader alla comunità pentastellata suona così: o me o lui. Un classico dei battibecchi. Ne rimarrà solo uno. Volano piatti e bicchieri, nel tinello dei Cinque Stelle. Nulla è casuale nella sfida tra il comico e l'avvocato. Grillo attacca dal Blog. Conte risponde dalla festa del Fatto Quotidiano. L'aut-aut dell'ex premier, infatti, arriva da Roma, durante la kermesse del quotidiano diretto da Marco Travaglio, giornale da sempre vicino al M5s e soprattutto all'avvocato di Volturara Appula. Davanti alla platea di simpatizzanti, Conte sferza Grillo. «Non è questione Grillo-Conte, ma una questione Grillo-comunità che vuole discutere. È un principio politico e giuridico. Io non accetterò mai di vivere in una comunità in cui c'è un soggetto sopraelevato rispetto alla comunità stessa. È un principio antidemocratico. Se passa questo principio - e non vedo come possa passare - io non potrei esserci», spiega il presidente del M5s. L'ex premier non vuole più un Elevato, così si è autodefinito Grillo, a dettargli la linea. Conte dice di non sentire più il fondatore e dopo averlo messo alla porta allontana le voci di una scissione: «Una prospettiva a cui noi non abbiamo mai pensato, neppure immaginata. Sarebbe la massima contraddizione del M5s». Il leader immagina un Garante ridotto a un mero ruolo di testimonianza. Ma Conte sa bene che, per evitare battaglie legali e spaccature, dovrà concedere qualcosa a Grillo, magari limitando le deroghe alla regola dei due mandati a un terzo giro nei consigli regionali. Per il momento, però, è ancora scontro. «In passato sono stato accusato da Grillo stesso di essere un leguleio. Gli avvocati se ne occuperanno, io sono qui a fare il leader di una comunità politica. Ci sono avvocati, ma sono tranquillissimo: l'impegno a non sollevare contestazioni su simbolo è nero su bianco e il garante dovrebbe rispettare un impegno contrattuale», insiste ancora Conte, parlando di possibili contestazioni del comico sulla titolarità di nome e simbolo del M5s.

Mentre Grillo si prepara ai ricorsi, con l'obiettivo dell'ostruzionismo, Conte studia le contromosse con la sua squadra legale. Ma non ci sono solo le lotte interne al M5s. Conte punta Matteo Renzi e lancia un avvertimento anche a Elly Schlein. O me o lui, di nuovo. «Non potremmo mai lavorare con Renzi, non potremmo mai costruire un progetto con Renzi». Ne ha parlato con Schlein? «Avremo modo di parlarne sicuramente ma siamo all'inizio di un percorso», risponde. Poi va sul personale: «Renzi è votato al campo degli affari, sta facendo affari in tutto il mondo. Ora si sta ingegnando a entrare nella partita del litio, bravissimo, vale tanto. Ma che c'entra con la politica?». La risposta del leader di Iv non si fa attendere. «Addirittura il litio? Evidentemente Conte non sta benissimo, questa polemica con Grillo lo sta provando: appena sta meglio, lo invito a un confronto pubblico in streaming, scelga lui se in Tv o in Tribunale», replica Renzi. Che aggiunge: «Io sto con Kamala Harris, Conte fa il tifo per Trump».

In mezzo Schlein, tirata per la giacca. «Se passa la linea Pd-Schlein, si costruisce una coalizione e si vincono le elezioni; se passa la linea Fatto Quotidiano-Conte, si mettono i veti e vince la Meloni», attacca Renzi. È il campo largo degli aut-aut.

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