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Conte sale sul "predellino" per candidarsi leader dei 5s

Con l'ok di Grillo, il premier uscente comizia in piazza Punta a scalare il Movimento e federare i giallorossi

Conte sale sul "predellino" per candidarsi leader dei 5s

Il «predellino» di Giuseppe Conte arriva alla vigilia dell'avvio del giro di consultazioni del presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. Rocco Casalino prepara l'ultimo colpo di cinema per la comunicazione reality di Palazzo Chigi: tavolinetto di plexiglass in piazza Colonna per l'incontro con la stampa. La convocazione arriva in extremis: alle 13,45 spunta Conte. Primo dettaglio: Casalino chiede che l'inquadratura delle telecamere punti verso Montecitorio. «Non è un messaggio istituzionale», chiarisce il portavoce. Ma dietro la scenografia si nasconde un'altra ragione: inizia la fase nuova. Conte sveste i panni istituzionali per indossare l'abito del federatore dell'alleanza giallorossa. Si propone come il nuovo Romano Prodi.

In mattinata, il ministro degli Esteri Luigi di Maio, con l'apertura a Mario Draghi, prova a rottamare il professore Conte. Nel giro di un paio di ore, con il predellino, ecco la risposta: «Con Draghi tratto io», è il messaggio che Conte recapita da piazza Colonna a Di Maio. Il fu avvocato del popolo non molla. C'è. Ci sarà. Ma soprattutto avanza. Il premier dimissionario fissa subito due paletti per l'avventura di Draghi: governo politico e riconferma del perimetro dell'alleanza giallorossa. Sembra un avvertimento al nuovo inquilino di Palazzo Chigi: stop alle trattative con Lega e Forza Italia. «Le urgenze del Paese richiedono scelte politiche, non possono essere affidate a squadre di tecnici. Ho sempre lavorato per il bene del Paese e perché si possa formare un nuovo governo. Da questo di vista auspico un governo politico che sia solido e che abbia la sufficiente coesione per fare scelte politiche» precisa Conte. E poi pianta la condizione sul recinto dell'alleanza: «Agli amici del Pd e di Leu dico che dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme per proseguire il nostro progetto politico. Dobbiamo lavorare tutti insieme perché l'alleanza per lo sviluppo sostenibile che abbiamo iniziato a costruire è un progetto forte e concreto». Un passaggio con cui Conte si candida ad essere il leader-federatore dell'alleanza «per lo sviluppo sostenibile». Dà il via libera all'esecutivo Draghi: «Ieri ho incontrato Draghi: un colloquio lungo, molto aperto al termine del quale gli ho fatto gli auguri di buon lavoro. Mi descrivono come un ostacolo, evidentemente non mi conoscono o parlano in mala fede. I sabotatori cerchiamoli altrove». Passaggio centrale è l'appello al Movimento: «Mi rivolgo agli amici del Movimento 5 stelle, io ci sono e ci sarò». E qui che Conte lancia il segnale a Di Maio: tratto io con Draghi sui ministri. Prendendosi con la forza la leadership nei Cinque stelle. Mossa condivisa con Grillo. Con il messaggio di ieri, Conte compie il passo finale verso la nuova sfida: costruirsi un futuro da federatore dei giallorossi. Anche se c'è chi lo spinge per la guida del ministero degli Esteri nel governo Draghi. L'inizio del discorso d'addio è per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Desidero ringraziare il presidente Mattarella, è stato un prezioso interlocutore nel corso dei miei mandati, sia nei rapporti istituzionali che in quelli personali. Ringrazio lui e tutti gli amici della coalizione».

Nel giorno del suo predellino Conte sente al telefono Grillo. Sarà l'avvocato a guidare le trattative con Draghi.

E anche la squadra dei ministri in quota Cinque stelle sarà targata Conte.

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