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Conte, Schlein e la sconfitta. "È un risultato modesto"

In Abruzzo il M5s si ferma al 7%. Nel 2019, quando correva da solo ottenne il 20%. E ora ci si accontenta del "campo giusto"

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Stavolta il verdetto è talmente chiaro che perfino Giuseppe Conte è costretto ad ammettere che il M5s ha fatto un «risultato modesto». L'ex premier sceglie di usare proprio questa espressione, nel post pubblicato sui social per commentare le elezioni regionali in Abruzzo. Prima i complimenti di prammatica. Al vincitore Marco Marsilio e allo sconfitto Luciano D'Amico. Quindi la promessa: «Marcheremo a uomo la nuova Giunta e il Governo Meloni». Poi l'analisi: «Registriamo il risultato modesto del M5S, che ci spinge a lavorare con sempre più forza sul nostro progetto di radicamento nei territori». Infine il richiamo alla «vittoria ottenuta in Sardegna, che ci ha portato qualche giorno fa a eleggere la prima Presidente di Regione M5S della storia, Alessandra Todde». «Un segnale da cui ripartire», scrive Conte. Il presidente del M5s, a differenza della segretaria del Pd Elly Schlein, non fa alcun riferimento al campo largo di centrosinistra. E anche questo è un indizio sulle prossime mosse del M5s. Con l'avvicinarsi delle elezioni europee, scommettono tra i Cinque Stelle, Conte punterà sempre più a smarcarsi dai dem. Intanto bisogna registrare i numeri della disfatta.

Il M5s, in Abruzzo, si ferma al 7%, eleggendo solo due consiglieri regionali. Nel 2019 i grillini, che correvano da soli, ottennero il 20% e sette seggi in assemblea regionale. «Noi alle elezioni regionali siamo sempre andati male, ma anche alle europee non abbiamo mai brillato», mette le mani avanti un parlamentare pentastellato alla seconda legislatura. È popolare tra alcuni eletti lo slogan del «campo giusto». Con il Pd e senza Azione e Iv. «Non è detto che più siamo e meglio facciamo, ma non ci sottraiamo a essere il pungolo di una coalizione progressista», rilanciano fonti vicine ai vertici del M5s. Concetto ribadito dall'ex ministro Danilo Toninelli: «Va bene allearsi con il Pd, mai più con Calenda e Renzi». Altri parlamentari sono più tranchant: «Noi non dobbiamo presentarci in coalizione, nemmeno con il Pd». Restano i numeri. Alle politiche del 2022, il M5s aveva ottenuto in Abruzzo il 18,4% alla Camera e il 18,7% al Senato. Mentre alle politiche del 2018 il Movimento in Abruzzo sfiorava il 40%. Ma perfino il «segnale» della Sardegna è un'illusione ottica. Il 25 febbraio la lista degli stellati non è andata oltre il 7,8%. Un risultato a cui si potrebbe aggiungere il 4% della lista civica della Todde, che però ha dimostrato di essere una candidata in grado di andare oltre il perimetro del M5s. Numeri alla mano, Conte non ha brillato nemmeno sull'Isola. Alle regionali abruzzesi del 2019 i Cinque Stelle presero poco più di 118mila voti. Circa 78mila in più rispetto ai 40mila e 629 raccolti in questa tornata. L'ex premier ha perso per strada quasi 80mila voti.

In Abruzzo ne paga le spese il coordinatore regionale, l'ex senatore Gianluca Castaldi, che si è dimesso. Castaldi nella nottata di domenica si è sfogato contro il Pd, che non si è presentato al comitato di D'Amico nel momento della sconfitta. «Ci hanno lasciati soli a prendere le coltellate», si è lasciato andare l'ex senatore. A Roma i riformisti pressano Schlein per ridimensionare Conte. L'ex premier prepara la corsa solitaria delle europee.

Non c'è campo.

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