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Conte al secondo mandato? La leadership ora è a rischio

Stando alle carte del tribunale di Napoli, l'ex premier Giuseppe Conte sarebbe già al suo secondo e ultimo mandato da presidente del M5S

Conte al secondo mandato? La leadership ora è a rischio

Spunta una nuova grana per Giuseppe Conte. La sua leadership rischia di essere messa in discussione per sempre. Secondo quanto emerge dalle carte del tribunale di Napoli, l'ex premier sarebbe già al suo secondo e ultimo mandato da presidente del M5S.

L'avvocato Lorenzo Borré, nel corso dell'udienza del 7 giugno, avrebbe messo in evidenza il ruolo di Beppe Grillo che avrebbe cooptato Conre come leader dei Cinquestelle. I legali del M5S sosterrebbero, invece, che la votazione 'incriminata', quella tenutasi a marzo sullo statuto e sull'elezione del presidente, sarebbe stata la seconda e, quindi, aperta a pi candidati. Non vi sarebbe stata, dunque, la necessità di un intervento del garante. I riccorrenti, a questo punto, si chiedono come fosse stato possibile per gli altri big del Movimento candidarsi e contendere la carica di leader a Conte, visto e considerato che mancava totalmente l'invito a rendere note le proprie candidature. Secondo lo statuto dei pentastellati, il Comitato di garanzia avrebbe dovuto preventivamente stilare un regolamento per le candidature, mentre la convocazione della votazione era fatta per eleggere Conte senza che l'ex premier dovesse confrontarsi con dei rivale.

Anche l'ex premier, intervistato da Report, ha assicurato che alla seconda votazione per la carica di presidente del M5s avrebbero dovuto partecipare anche altri concorrenti. Detto ciò, stando a quanto scrive il Corriere della Sera, sembra che il voto del 28 marzo sarebbe, per Conte, relativo al secondo e ultimo mandato da presidente del Movimento visto che, in base allo statuto grillino, il presidente rimane in carica per quattro anni ed "è eleggibile per non più di due mandati consecutivi".

Intanto Conte prosegue il suo tour elettorale, non privo di imprevisti come quello di ieri quando un contestatore siciliano gli ha gridato "pagliaccio". In questa tornata amministrativa il M5S è presente solo in pochissime realtà locali, perlopiù come alleato del Pd e del centrosinistra, ma non esprime nemmeno un candidato sindaco in nessuno dei capoluoghi in cui si vota. Ieri, dalla Puglia, Conte ha descritto queste comunali come "un ulteriore test che ci consentirà di affinare meglio questo dialogo che è in corso da tempo" con il Pd.

"Anche a livello nazionale il voto pesa, perché noi stiamo conducendo delle battaglie e se ci date tanti voti noi un sistema di giustizia sociale lo difenderemo sempre", ha concluso il presidente.

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