Se si tiene tutto chiuso è un problema, se si apre anche con cautela scatta il panico contagio. Questo tira e molla sta diventando ansiogeno e stucchevole e non c'è nulla di peggio che fare vivere imprese e famiglie nell'incertezza più totale.
Come sfiora il ridicolo l'idea di contingentare per legge i posti a tavola durante le feste nelle case degli italiani: quattro, no sei, forse, al massimo, otto. Ma che senso ha? Non siamo numeri, siamo persone e, per di più, non tutte uguali. Tra di noi c'è chi tira un sospiro di sollievo all'idea di avere una scusa per evitare il rito pranzo e cena in famiglia durante le festività consacrate e chi, invece, per nessuna ragione al mondo rinuncerebbe all'appuntamento, ci sono i single e ci sono le famiglie numerose.
Ovvio che se chiudi i negozi per tre settimane alla riapertura ci sia la corsa all'acquisto, che non si può fermare con generiche raccomandazione tipo «state attenti». Certo che «stiamo attenti», ma è possibile prendere una decisione e tenere il punto per più di 24 ore? Sarebbe possibile se il governo avesse una guida forte, invece di essere quella Babele che è. Ogni mattina qualcuno, politico o consulente scientifico che sia, si alza e dice la sua. C'è chi vuole aprire di più e chi di meno, chi propone le ronde anti assembramento, chi vorrebbe schierare l'esercito, chi decide di affidarsi ai prefetti e chi alla Madonna.
A noi piacerebbe affidarci a un governo, ma non lo abbiamo. Non riescono a trovare un accordo su chi e su come si debbano presentare i progetti per mettere mano ai duecento e passa miliardi europei del Recovery fund. Accedere o no ai 37 del Mes è un balletto infinito fatto di sì, no, forse, mai. Altro che rimpasto, avanti così non ci saranno più neppure gli ingredienti per rimpastare.
L'unico accordo che hanno trovato, da ieri è legge, è riaprire in modo indiscriminato le frontiere e concedere ospitalità praticamente a tutti gli immigrati che riusciranno a sbarcare sulle nostre coste.
Se tanta unità e attenzione questa maggioranza fosse capace di averle anche per risolvere i non pochi problemi degli italiani sarebbe anche una notizia, non dico condivisibile, ma in qualche modo accettabile. Ma così non è. E noi continuiamo a stare «come d'autunno sugli alberi le foglie», come diceva il sommo poeta Ungaretti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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