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"È contro i gay e anti aborto". Il M5s ritira il candidato

Tolto il simbolo a Murenu, in corsa per fare il sindaco di Cagliari: ha sposato le tesi del congresso di Verona

"È contro i gay e anti aborto". Il M5s ritira il candidato

L'unico aborto, al momento, riguarda la sua candidatura. Lui, si chiama Alessandro Murenu e fino a ieri era il candidato sindaco del M5s alle prossime elezioni comunali di Cagliari del 16 giugno. Stimato cardiochirurgo, 58 anni, Murenu era stato silurato. Ieri, con una nota ufficiale, che nel M5s è temuta più di un avviso di garanzia, a Murenu è stato vietato l'utilizzo del simbolo e il suo nome è stato rimosso dalla piattaforma Rousseau con un click: Canc. Ma che avrà fatto il povero Murenu? In realtà quasi nulla salvo avere condiviso sul suo profilo Facebook (da ieri chiuso) una frase di un suo contatto ritenuta antiabortista e dunque contraria alla spirito del M5s. Dal profilo social di Murenu qualcuno aveva recuperato un suo vecchio post. Questo: «Chiamare l'aborto un diritto della donna è come chiamare la lapidazione femminile un diritto dell'uomo».

Apriti cielo, anzi apriti social. La notizia è circolata tra gli attivisti del M5s fino ad arrivare a Roma, a Luigi Di Maio. Padre di sei figli, appassionato di bonsai e maratoneta, medico presso l'Azienda ospedaliera di Brotzu, Murenu era sicurissimo del sostegno del M5s tanto da assicurare, fino poche ore fa, che il M5s sarebbe stato all'altezza della sfida. Non aveva considerato l'altezza delle sue posizioni.

Il M5s, che aveva definito le opinioni propugnate a Verona dal Congresso mondiale delle famiglie e simili a quelle di Murenu «medievali» e «da sfigati», ha sancito che «ci sono valori che fanno parte del dna del Movimento, come l'idea di una donna che ha diritti e doveri identici a quelli dell'uomo». Tradotto? «Siamo lontani anni luce dalle posizioni espresse al Congresso di Verona e oggi torniamo sull'argomento per prendere le distanze da quanto affermato dal candidato a sindaco di Cagliari, Alessandro Murenu». Quindi? «Ci vuole rispetto e coerenza. Chi vuole associare rivendicazioni come quelle espresse a Verona contro la donna al simbolo del Movimento, si sbaglia di grosso ed è fuori dal nostro progetto. La lista non era stata ancora depositata». Facciamola corta. Murenu è stato cacciato e nulla ha potuto fare contro questa «espulsione etica», neppure ribadire con una contronota che «la legge 194 non si tocca, così come non si torna indietro sui diritti delle persone omosessuali». Il candidato ha provato anche a spiegare che per danneggiarlo sono state «prese frasi completamente decontestualizzate». Al solito. Un complotto. «Non è la prima volta che contro i candidati del Movimento la realtà viene stravolta, e questa ne è l'ennesima riprova» ha continuato Murenu. Niente da fare. Espulso. Come tanti altri prima di lui. Solo per aggiornare il conteggio.

Con Murenu si avanza spediti: 81.

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