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Coop e baby migranti: poi finiscono a spacciare

La denuncia del Siulp: minorenni stranieri accolti e poi usati per i traffici in strada

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Contributi milionari alle cooperative di accoglienza per minori stranieri non accompagnati che, però, finiscono per strada a spacciare: questo è ciò che sta succedendo a Modena.

«È un vero business sull'accoglienza quello che sta avvenendo nella nostra città» dichiara al Giornale il segretario provinciale Siulp, Roberto Butelli. «I minori vengono prelevati dai loro paesi e portati qui da personaggi che si fingono zii, li istruiscono su cosa dire in questura ed essendo senza documenti richiedono la protezione. Vengono così collocati nei centri accoglienza ma il giorno stesso, o comunque non più tardi di due giorni, vengono a prenderli i fantomatici zii facendoli uscire dai centri e mettendoli a lavorare in strada come spacciatori».

«Basta che qualcuno dica che è un parente del ragazzo - prosegue Butelli - che andrà a vivere a casa sua e che il minore acconsenta e la cooperativa lascia liberi i ragazzi, senza nessun controllo effettivo sulla persona. A prelevare i migranti dai centri sono proprio coloro che li hanno portati in Italia: si tratta di criminalità organizzata e per questo va sconfitta».

Non c'è infatti nessun controllo dei giovani migranti in uscita dalle cooperative. A oggi, su 6.000 minori passati dalla questura di Modena, solo 250 si trovano nelle strutture, come ci conferma il Segretario Siulp.

Ma i contributi a chi gestisce l'accoglienza arrivano lo stesso. Ad occuparsi di migranti minori a Modena sono 4 i soggetti: il Consorzio Gruppo Ceis, la Fondazione San Filippo Neri alta autonomia, la Fondazione Orione 80 e Caleidos Cooperativa Sociale. Ed è proprio a questi soggetti che solo negli ultimi due anni sono arrivati poco meno di 5 milioni di euro e con affidamento diretto mediante proroga.

La base stanziata per questo tipo di accoglienza è stata stipulata infatti nel lontano 2018 ma poi riconfermata alla fine del 2020, quando il Comune di Modena ha deciso di prorogare per altri due anni agli stessi centri la stessa cifra, in nome dell'emergenza flussi. Quell'emergenza che sembrerebbe una giustificazione all'investimento, considerando l'impossibilità di prevedere i numeri degli arrivi in un lasso di tempo di due anni.

Ma non è tutto: fu proprio il sindaco dem Giancarlo Muzzarelli, nell'estate del 2021, a spedire una lettera all'ex ministro Lamorgese per informare della situazione. La risposta fu quella di un ulteriore contributo, sempre agli stessi soggetti, di ben 800 mila euro.

Ad oggi, si legge nei documenti di cui Il Giornale è in possesso, le associazioni o centri accoglienza minori arrivano a prendere anche 250 euro al giorno per singolo ospite.

«Se effettivamente i soldi venissero spesi per un progetto completo che consentisse studio e lavoro allora potremmo anche essere d'accordo - commenta Butelli - Noi abbiamo avuto degli esempi in cui ci siamo resi conto però che oltre a dare ai migranti un posto dove mangiare e bere e un caricabatterie per farli comunicare con le famiglie altro non c'era».

Nessun insegnante, psicologo o altre figure adatte non solo per l'accoglienza ma per l'inserimento sociale di cui tanto si parla.

In sintesi, quindi, le cifre totali per la gestione dei minori stanziate hanno sei zeri, i rimborsi giornalieri incassati dalle cooperative hanno lo stesso prezzo di una notte in un hotel a 5 stelle, ma il risultato sono centinaia di giovanissimi migranti riversati per le strade e dediti allo spaccio e alle attività illecite.

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