Coppia gay uccisa a coltellate in casa. Preso il coinquilino

È stato fermato all'aeroporto di Barcellona. Una vittima sgozzata, l'altra eviscerata

Coppia gay uccisa  a coltellate in casa. Preso il coinquilino
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Erano rimasti disoccupati, per questo avevano deciso prima di subaffittare una stanza a quello che credevano un amico e poi di vendere il loro appartamento per far quadrare i conti. Questo proposito è costato la vita all'aretino Luca Monaldi, 54 anni (nella foto in alto) al bolognese Luca Gombi, 50 (in basso). Dietro al duplice omicidio che ieri ha sconvolto il capoluogo emiliano, potrebbe esserci una storia di affitti, paura e minacce. La coppia unita civilmente - viveva da anni in un appartamento in piazza dell'Unità. E qui che ieri, fin dalle 6.30 del mattino, si sono sentite urla e grida d'aiuto: quando i vicini hanno chiamato le forze dell'ordine per i due uomini non c'era più nulla da fare. Sono stati ritrovati in salotto: abbondanti tracce di sangue, coltelli da cucina sul pavimento, Gombi aveva ricevuto diversi fendenti all'addome, Monaldi era stato sgozzato in quella che il questore di Bologna ha definito: «Un'azione cruenta ed efferata».

La coppia era molto riservata: «Qualche polemica solo alle riunioni condominiali», ricorda nel pianto una vicina. Se Gombi era bolognese doc, Monaldi era di Cortona: aveva lavorato nel negozio di calzature di famiglia e come ambulante. Cessata l'attività, con la morte dei genitori, si era da qualche anno trasferito a Bologna con il compagno. Fra l'estate e lo scorso ottobre, nella vita dei due Luca era entrato Gennaro Maffia, italiano 48enne, di origini venezuelane. Lui aveva accettato di buon grado l'offerta di prendere in subaffitto una stanza di quell'appartamento, troppo grande per la coppia ed ormai anche troppo costoso. Da qualche mese, però, questa soluzione non bastava più, così i due Luca avevano maturato l'intenzione di trasferirsi in campagna e deciso di mettere in vendita l'appartamento in città; l'affare era stato concluso e nel giro di qualche settimana tutti avrebbero dovuto lasciare la casa. Ora i vicini ricordano come, negli ultimi giorni, la situazione fosse tesa e che fra i tre fosse volata qualche parola a voce alta. Secondo le prime indagini, però, Maffia era stato non solo avvisato dell'intenzione di vendere la casa, ma gli era anche stata quantificata una cifra di denaro come indennizzo utile a cercarsi un'altra sistemazione. Per questo le ricerche degli inquirenti si sono subito rivolte a lui che, da ieri mattina, è risultato irreperibile, per essere poi rintracciato e fermato all'aeroporto di Barcellona, dove era atterrato con un volo partito dall'aeroporto Marconi. Fondamentale capire se avesse prenotato il volo da tempo e quindi premeditato il gesto.

Fra i testimoni c'è anche un suo cugino: «Gennaro era preoccupato di dover lasciare l'appartamento, ma gli

avevamo consigliato di accettare il denaro, cercarsi un lavoro e sistemarsi in un bed and breakfast, dove avrebbe potuto anche far arrivare la moglie e ricongiungersi ai suoi affetti, per ricominciare una vita meno precaria».

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