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Coppie omogenitoriali, la Corte dice "no" al doppio cognome per i figli

La Corte d'Appello di Torino respinge un ricorso del Comune sul doppio cognome per figli di coppie omogenitoriali. Esulta Fratelli d'Italia

Coppie omogenitoriali, la Corte dice "no" al doppio cognome per i figli

Un ricorso respinto a Torino nega in via indiretta la possibilità di richiedere il doppio cognome per un bambino figlio di due madri.

La Corte d'Appello del capoluogo piemontese, come aveva del resto fatto in precedenza il Tribunale, ha ricusato oggi un atto del Comune. Quello attraverso cui veniva domandato che, al figlio di due mamme, venisse assegnato un cognome duplice. Il discorso interessa le trascrizioni e le registrazioni presso le anagrafi dei bambini di coppie omogenitoriali. Il dibattito anima la città in cui è stato presentato il ricorso sin dai tempi del sindaco Chiara Appendino.

La novità è stata commentata dall'attuale amministrazione di Torino: "Abbiamo ricevuto il decreto della Corte d'appello che rigetta il reclamo confermando la decisione del Tribunale e il provvedimento impugnato - hanno fatto sapere il sindaco Stefano Lo Russo e l'assessore Jacopo Rosatelli, così come ripercorso dall'Ansa -. Svolgeremo ora i dovuti approfondimenti giuridici". Il primo cittadino, che guida una Giunta di centrosinistra, continua tuttavia a dirsi convinto della bontà delle motivazioni che avevano spinto il Comune a presentare il ricorso.

"Sul piano politico - hanno insistito i due - ribadiamo che la nostra Giunta è convinta che sia necessario riconoscere la genitorialità delle coppie dello stesso sesso nel supremo interesse dei minori a crescere in una famiglia con pienezza di diritti e doveri. Richiamiamo, quindi, nuovamente il Parlamento a fare finalmente la propria parte per riformare tutte quelle normative in materia di famiglia che conservano un contenuto discriminatorio. La società è pronta, la politica lo sia altrettanto". Al netto della pronuncia della Corte d'Appello, dunque, per gli amministratori di centrosinistra di Torino è il Parlamento a dover sanare quello che viene ritenuto un vuoto legislativo. Altri pensano che questo genere di richiesta siano soltanto un frutto ideologico.

Chi, infatti, commenta con soddisfazione il respingimento del ricorso è l'onorevole Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d'Italia:"Il no al doppio cognome stabilito dalla giurisprudenza oggi con una sentenza storica - ha premesso la deputata meloniana - è una vittoria dei diritti dei bambini ingiustamente al centro di pretese illegittime delle cosiddette famiglie arcobaleno o chiamate omogenitoriali. La Corte d'appello di Torino è tombale rispetto ad ogni capricci".

E ancora: "Il Ministro dell'Interno deve intervenire subito verso i comuni che hanno istituito registri portatori solo di confusione, come quello di Torino appunto. Il sindaco Lo Russo si rassegni - ha continuato la Montaruli -. Siamo determinati a difendere il diritto di ognuno ad avere una mamma ed un papà e ad andare fino in fondo in questa vicenda". La conclusione della Montaruli allarga l'orizzonte ad una proposta di legge presentata da Fratelli d'Italia: "Passo successivo deve essere l'approvazione della legge sull' utero in affitto reato universale che vede come prima firmataria Giorgia Meloni.

I capricci degli adulti intanto oggi sono stati sconfitti".

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