Coronavirus

Nel Pd rivolta anti-Borrelli: "Cambiare la catena di comando"

Indiscrezioni lascerebbero trasparire malumori nella maggioranza. Le voci si moltiplicano tra i dem. C’è chi è pronto a scommettere in un suo passo di lato

Nel Pd rivolta anti-Borrelli: "Cambiare la catena di comando"

Non c’è unità politica sulla crisi da coronavirus. Quel virus che sta cambiando giorno dopo giorno, in silenzio e in modo trasparente, il nostro stile di vita. Il Pd, o una sua parte, secondo diversi retroscena, starebbe pensando di mettere da parte il capo della protezione civile, Angelo Borrelli. C’è il passo in avanti di Goffredo Bettini, fra i dirigenti dem più ascoltati da Nicola Zingaretti. Chiede un tavolo di lavoro permanente che contribuisca a dirigere le operazioni da compiere, la cui responsabilità resta a capo degli organismi istituzionali preposti.

Potrebbe sembrare un caso isolato. Ma non è così. A questo se ne aggiunge un secondo. C’è, infatti, il duro attacco di Stefano Vaccari contro Borrelli colpevole, a detta del responsabile dell’organizzazione del Pd, di parlare troppo mentre "in emergenza chi è a capo della catena di comando deve fare e parlare il meno possibile". Un mal di pancia che sarebbe diffuso, come è evidente, in ambienti dem. Ancora: l’iniziativa dei capigruppo di maggioranza al Senato che decidono di riunirsi tutti insieme. È presto per parlare di una manovra coordinata per togliere la guida della catena di comando a Borrelli, ma nel partito democratico sembra stiano emergendo sempre più malumori per le scelte del commissario straordinario all’emergenza Covid-19. Ormai è evidente.

Fonti parlamentari democratiche non smentiscono le riserve sempre più numerose e trasversali su Borrelli e, in parte, anche sul presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. A quest’ultimo vengono rimproverate, ancora una volta, scelte di comunicazione non felicissime, come quella di tenere il discorso alla nazione in diretta Facebook e a tarda serata. Il presidente del Consiglio, tuttavia, non è però in discussione: anche i più critici nel Pd sanno che, a emergenza in corso, sarebbe politicamente suicida mettere in discussione il premier. Anche per questo, viene sottolineato, nelle ore successive all’intervento di Conte su Faceboook e con le polemiche che imperversavano, due pesi massimi del partito come Dario Franceschini e Nicola Zingaretti sono intervenuti in sua difesa.

Altrettanto convinta non è stata la difesa di Borrelli. Lo stesso Bettini, nel post in cui lancia l’idea di una cabina di regia allargata alle forze di opposizione, sottolinea che da tutta questa vicenda, Conte ne esce molto bene, come un leader civile, di sostanza, democratico, sinceramente dedito al suo incarico, franco e leale. E così l’intero governo. In particolare Gualtieri, che è intervenuto in modo rassicurante e fermo. E il ministro della Salute, Roberto Speranza. "Si è comportato in modo esemplare, lavorando strenuamente ed efficacemente, fuori dai riflettori. Il Pd, poi, ha dato una mano decisiva nel rispetto del suo ruolo e delle sue competenze".

Nemmeno una parola su Borrelli che, pure, è stato scelto come commissario straordinario dal premier Conte. Borrelli che solo pochi giorni fa, in uno sfogo, avrebbe affermato di essere convinto a lasciare la sua carica a emergenza finita. Solo voci per ora.

Ma c’è già chi sarebbe pronto a scommettere in un suo passo di lato nelle prossime settimane.

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