RomaUna corsia preferenziale per l'accoglienza dei cristiani perseguitati. La proposta de il Giornale continua a far discutere. Dopo l'editoriale del direttore di Avvenire , Marco Tarquinio, che ha bocciato l'idea del nostro quotidiano - «Non in nome nostro», la sua replica - il dibattito continua a essere acceso, così come risuona con forza la domanda posta da Alessandro Sallusti: «Ci sono vescovi che vogliono accogliere islamici prima di aver messo al sicuro tutti i cristiani, sempre nel limite delle nostre possibilità?». Chi non non nutre dubbi, non opera distinguo e sposa in pieno la campagna pro-cristiani è Maurizio Gasparri.
Senatore Gasparri, cosa pensa della campagna de il Giornale a favore dei cristiani perseguitati?
«La condivido e la soste ngo. Aiutare seriamente i tanti cristiani perseguitati nel mondo, vittime di soprusi e intollerabili violenze legate soltanto alla loro fede, mi sembra logico e naturale. Il Giornale fa benissimo a cercare di risvegliare le coscienze. Forse spetterebbe ad altri farlo, ma tant'è. C'è una dolorosa, impressionante sottovalutazione di ciò che sta avvenendo in varie parti del mondo. Tutti si commuovono improvvisamente di fronte a una immagine, quella del piccolo Aylan ma le immagine dei cristiani uccisi, torturati ad esempio dai miliziani di Boko Haram - veri e propri eccidi con torture e decapitazioni - sembrano non interessare a nessuno».
Ritiene possibile creare una corsia preferenziale per la loro accoglienza?
«Fino a prova contraria siamo uno Stato sovrano. Creare un corridoio umanitario per accogliere e assistere chi rischia la vita per motivi religiosi e condivide la nostra stessa fede mi sembra doveroso. Anche tra i profughi della Siria, della Nigeria e di altri Paesi giunti in Italia in questi mesi ci sono cristiani che hanno sofferto pene indicibili e che sono ignorati dal governo Renzi, troppo impegnato a trasportare clandestini che non hanno alcun diritto a restare nel nostro Paese».
Cosa pensa del botta e risposta con «Avvenire»?
«Sallusti ha adottato toni giusti e corretti nella risposta al direttore di Avvenire le cui tesi mi sembrano deludenti, tanto più che il Giornale ha affrontato il tema con rigore e senza ostilità verso gli appartenenti ad altre religioni. Il fatto che alcuni cattolici debbano essere tiepidini su una proposta così logica, naturale e strategica è forse figlia di una insufficiente attenzione verso il dramma dei cristiani nel mondo. Forse dovremo essere noi a sollecitare la Chiesa ad essere più insistente. L'affinità religiosa è un fattore logico per favorire accoglienza e integrazione».
Chi dice no alla proposta si basa sulla presunzione che tutti coloro che migrano siano uguali e godano di uguale diritto a stabilirsi in un paese terzo. É davvero così?
«Innanzitutto mi pare che la prima a disattendere questo principio sia stata Angela Merkel scegliendo i siriani. In secondo luogo i cristiani non fuggono soltanto dalla guerra - categoria peraltro in cui ricadono solo una parte dei migranti che sbarcano sulle nostre coste - ma soprattutto dalle persecuzioni a cui sono soggetti, persecuzioni universalmente riconosciute e sotto gli occhi di tutti. Inoltre va trovato un modo per tutelare anche i diritti dei cittadini italiani. L'integrazione funziona se c'è la volontà e la possibilità reale di integrarsi».
Per l'accoglienza, dunque, è importante anche il fattore religioso?
«É evidente. Chi lo nega lo fa solo per ragioni ideologiche. Chiunque sposi un principio di realtà non può che sostenere questa tesi. Bisogna guardare al rispetto dei diritti delle donne, se si è in possesso di una educazione compatibile con la nostra Costituzione, se si condividono i diritti, così come i doveri, riconosciuti nella nostra società. Forse c'è da meravigliarsi che sia solo il Giornale a rilanciare una campagna del genere. A farlo dovrebbero essere tutte le forze politiche, si tratta di una proposta di elementare buon senso.
Non dimentichiamo che in molti Stati islamici la Sharia - ovvero la legge islamica derivante dall'interpretazione del Corano - è la principale fonte di diritto. Insomma, alla luce di tutto questo costruire una corsia preferenziale per i cristiani non è soltanto lecito, è doveroso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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