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Corruzione, euro scandalo Pd: fermata la Mogherini in Belgio. E arriva lo sfottò di Mosca

Un nuovo terremoto giudiziario scuote Bruxelles coinvolgendo tre italiani. Fermo per l'ex ministra degli Esteri, oggi rettrice. L'accusa: frode in appalti

Corruzione, euro scandalo Pd: fermata la Mogherini in Belgio. E arriva lo sfottò di Mosca
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Il terremoto giudiziario che in queste ore scuote Bruxelles e le istituzioni Ue, coinvolge tre italiani, tra cui un nome di peso della diplomazia e del centrosinistra come Federica Mogherini - oggi rettrice del Collegio d'Europa di Bruges - con l'accusa di "frode nell'aggiudicazione di appalti pubblici, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale". Su richiesta della Procura europea Eppo, quella federale delle Fiandre ha eseguito il fermo non solo dell'ex Alto rappresentante per gli affari esteri, voluta nel 2015 nell'esecutivo comunitario da Matteo Renzi, dopo averla avuta alla Farnesina. Ma anche dell'ambasciatore Stefano Sannino, ex segretario generale del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae), di fatto un ministero degli Esteri Ue, di cui era rappresentante Mogherini, e che oggi è guidato da Kaia Kallas, estranea all'inchiesta. E di un terzo italiano, l'italo belga Cesare Zegretti, condirettore dell'ufficio formazione del Collegio di Bruges.

I magistrati contestano un appalto affidato nel 2021 dal Seae, che all'epoca dei fatti era guidato dall'allora Alto rappresentante Josep Borrell, al Collegio d'Europa di Bruges, un istituto indipendente di studi europei post universitari, ribattezzato la fabbrica delle élite, con sedi anche in Polonia e Tirana. Mogherini, cresciuta politicamente nelle file dem, ne è diventata rettrice nel 2020. Una nomina, approvata da Ursula von der Leyen, che era stata accompagnata da forti critiche, anche per il potenziale conflitto di interessi essendo l'istituto finanziato per metà del suo bilancio dalla Commissione, ed essendo Mogherini appena uscita dalla porta principale dei palazzi del potere di Bruxelles. Ma anche perché sarebbe stata priva, all'atto della nomina, dei requisiti, non avendo né dottorato né esperienza accademica. Un punto su cui la Lega aveva anche presentato un'interrogazione. L'appalto su cui hanno acceso i fari gli inquirenti è quello da 990mila euro, per un programma di formazione di nove mesi per 40 giovani diplomatici europei.

Il sospetto, spiega la Procura in una nota è che "il Collegio d'Europa e i suoi rappresentanti siano stati informati in anticipo sui criteri di selezione della procedura di gara" e sapessero "che sarebbe stata affidata a loro prima della pubblicazione ufficiale del bando di gara" da parte del Seae. Non solo, i magistrati hanno anche "forti sospetti che, durante la procedura di gara, sia stato violato l'articolo 169 del regolamento finanziario relativo alla concorrenza leale e che informazioni riservate relative all'appalto in corso siano state condivise con uno dei candidati partecipanti alla gara". Sarebbe balzato all'attenzione dei pm anche l'acquisto di un immobile da 3,2 milioni di euro, che sarebbe stato fatto dal Collegio sapendo prima che il poter garantire gli alloggi, per ospitare gli studenti del nuovo corso, sarebbe risultato un fattore determinante per vincere il bando nel 2022. La Procura ha chiesto l'immediata revoca dell'immunità diplomatica per Mogherini e Sannino, prima di procedere al fermo che dovrà essere convalidato entro 48 ore. Sono poi state perquisite le sedi del Collegio e gli uffici del Seae, oltre alle case degli indagati. I belgi non chiariscono però se ci siano stati passaggi di denaro o quali siano gli elementi relativi alla presunta corruzione, se insomma ci siano state tangenti.

Alla notizia, è arrivato l'attacco di Mosca: "L'Unione europea preferisce ignorare i propri problemi di corruzione ma continua a dare lezioni agli altri", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. E da Budapest rincarano: "Un altro giorno, un altro scandalo Ue", scrive su X il portavoce del premier ungherese Orbàn, Zoltan Kovacs.

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