Una corsa per la Shoah e perfino "Bella ciao". Fdi fa crollare i tabù

La Russa alla marcia per la Memoria: "Un dovere". E Crosetto canta per la Liberazione

Una corsa per la Shoah e perfino "Bella ciao". Fdi fa crollare i tabù

Macché fascisti, ma quale pericolo per la democrazia. La consacrazione dei Fratelli d'Italia di governo passa anche da una corsa e da una canzone cantata con Fiorello. Nonostante le polemiche su inesistenti trame nere e nostalgie del passato, Ignazio La Russa fa una corsetta a Milano per ricordare le vittime della Shoah mentre, a Roma, Guido Crosetto canta «Bella Ciao».

Sono i fatti che contano. Come dice il presidente del Senato al via della manifestazione milanese «Run for Mem», corsa sportiva non competitiva organizzata per la sesta edizione dall'Unione delle Comunità ebraiche italiane con la partenza davanti al Memoriale della Shoah, nei giorni in cui si celebra la Giornata della Memoria. «Le parole sono state dette. Ma ora conta di più esserci, esserci vale più di mille parole - dice La Russa - noi siamo contro l'antisemitismo e anche contro l'antisionismo, per la vita e l'esistenza di Israele». Il presidente del Senato ha indossato la pettorina bianca dell'iniziativa e ha fatto qualche metro di corsa insieme alla presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni e con Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano. Le parole di La Russa sono chiarissime. La seconda carica dello Stato risponde così a chi gli chiede se la sua presenza a Run for Mem fosse frutto di una scelta: «Se è una scelta? No perché quando devi scegliere vuol dire che hai due chance, invece in questo caso c'è poco da scegliere. Si deve testimoniare e basta». La Russa continua, mostrando tutto il suo sostegno alla comunità ebraica: «Sono qui con i miei amici della comunità ebraica milanese. Ed essere qui è già di per sé un messaggio». Tutto ciò non sarebbe nemmeno una notizia, se solo La Russa non fosse stato accusato di filo-fascismo e presunta impresentabilità, soprattutto a partire dalla sua elezione a presidente del Senato, tra video di saluti romani e polemiche sui busti di Benito Mussolini.

Il secondo episodio vede protagonista il ministro della Difesa Crosetto, altro importante esponente di Fdi. L'esponente di governo è all'Auditorium Conciliazione di Roma in occasione di un evento organizzato in favore del centro di cure palliative dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù. Il mattatore è Fiorello che, a un certo punto, microfono alla mano, incita il ministro a cantare «Bella Ciao», la canzone simbolo della Resistenza, troppo spesso strumentalizzata dalla politica a sinistra. Crosetto non si fa pregare e comincia a cantare con convinzione, tra gli applausi e le riprese dei cellulari dei presenti. Il video viene rilanciato dai principali siti dei giornali e dalle agenzie. Nel filmato si vede anche Fiorello che, mentre Crosetto canta, si lancia nella sua celebre imitazione di La Russa. «Mi sto rivoltando, sto sentendo qualcosa», dice lo showman facendo il verso al timbro della voce del presidente del Senato. Il siparietto diventa virale sui social ed è accolto da alcuni commenti positivi. «Forse il popolo italico capisce che è anche morto il pregiudizio», scrive Michele Tango. E ancora Liviano: «Bella Ciao non è una canzone della sinistra, ma dei partigiani che erano di tutte le idee politiche». Non manca chi protesta, come Antonio Lioi: «Bella Ciao in bocca a un fascistoide è una grave offesa».

Sulla stessa linea Vincenzo Macaluso: «Crosetto che canta Bella Ciao mi dà la nausea». Fiorello fa sintesi e chiosa dal palco dell'Auditorium Conciliazione di Roma: «Bella Ciao è una canzone di Liberazione, ognuno la interpreta come vuole».

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