Il corteo pro-Palestina alla vigilia del referendum

Il 7 giugno a Roma i tre partiti della minoranza sfilano per Gaza. Ultima spiaggia per il quorum

Il corteo pro-Palestina alla vigilia del referendum
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Ora c'è la conferma. La mobilitazione di Pd, M5s e Avs per Gaza ci sarà il 7 giugno. Il giorno precedente all'apertura delle urne per i referendum su lavoro e cittadinanza. Con il rischio, o l'auspicio, a seconda dei punti di vista, che la piazza per la Palestina possa trasformarsi in un volano per aumentare l'affluenza della tornata referendaria promossa dalla Cgil e dal comitato per la cittadinanza. Consultazione appoggiata - seppure con una serie di distinguo - da tutti i partiti dell'opposizione. Con il Pd di Elly Schlein in prima fila. Una piazza per Gaza, insomma, che potrebbe anche avere l'effetto di mobilitare il popolo del centrosinistra in vista di un referendum in cui il raggiungimento del quorum, al momento, sembra una chimera. Quel che è certo è che, al netto dello sfondamento o meno della soglia del 50% dei votanti, è interesse delle opposizioni portare a votare più gente possibile.

E una manifestazione del «campo largo» formato Pd-M5s-Avs può aiutare a tirare la volata, in pieno silenzio elettorale, a poche ore dall'apertura dei seggi, prevista per le sette del mattino di domenica. «Tutte e tutti a Roma sabato 7 giugno. Una grande manifestazione nazionale per fermare il massacro del popolo palestinese», si legge nella nota congiunta firmata da Schlein, Conte e dal duo Bonelli-Fratoianni. Che parlano di «una piattaforma chiara, inscritta nella mozione parlamentare che unitariamente abbiamo presentato in Parlamento». «Facciamo appello a tutte e tutti coloro che sentono come insopportabile quello che sta succedendo: mobilitiamoci insieme per fermare il massacro e i crimini del governo Netanyahu a Gaza», proseguono i leader delle tre forze politiche che sono in prima linea anche per i referendum. Il Pd, infatti, nonostante le divisioni sui quesiti sul lavoro, sostiene ufficialmente la linea dei Cinque sì. Così come Alleanza Verdi e Sinistra. Il M5s, invece, vota sì sul lavoro mentre ha lasciato libertà di coscienza ai suoi sulla cittadinanza, anche se la maggioranza dei pentastellati in Parlamento, Conte incluso, voterà a favore anche della cittadinanza.

E, oltre ai dubbi sul trucco per la mobilitazione pre-referendum, non mancano nemmeno le divisioni nel merito della «piattaforma» programmatica della piazza pro-Pal. A dare la sveglia a Schlein, Conte, Bonelli-Fratoianni, è l'associazione Sinistra per Israele Due Popoli due Stati, dove trovano spazio esponenti di rango del Pd come Piero Fassino ed Emanuele Fiano. «Chiediamo che nella manifestazione ci siano anche: la richiesta della liberazione immediata di tutti i rapiti israeliani; l'esposizione sempre anche delle coccarde gialle dei rapiti; che sia espressa solidarietà attiva verso gli israeliani che si oppongono al governo e verso i palestinesi che si oppongono ad Hamas; che l'iniziativa affermi la necessità dello smantellamento di Hamas; la condanna del dilagante antisemitismo, anche quando si manifesta nelle forme dell'ostilità verso i singoli cittadini di Israele, rifiutando qualunque avallo al principio della colpa collettiva», è la richiesta. Punti condivisi da Azione e Italia Viva.

Ma Pd, M5s e Avs non arretrano e insistono sul fatto che la manifestazione ruota solo intorno agli undici punti della mozione sottoscritta dai tre partiti. «Sinistra per Israele, non più tardi di poche settimane fa, ha giustificato i bombardamenti sugli ospedali di Gaza, sostenendo che lì si nascondessero armi», attacca Bonelli. Verso il referendum, tra le divisioni.

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