Politica

Così la Meloni ha "liberato" la destra nostalgica

Dai manifesti aperturisti verso sinistra alle cesure con il passato: perché è stata proprio la Meloni a portare la destra nella dimensione del futuro

Così Giorgia Meloni ha allontanato per sempre la destra dal fascismo

Se c'è un politico che ha contribuito ad allontanare la destra italiana in modo definitivo da ogni estremismo, nostalgismi fascisti compresi, quello è Giorgia Meloni. Chiunque abbia avuto a che fare con la destra giovanile dall'insediamento della Meloni alla presidenza di Azione Giovani (il movimento giovanile di An) in poi, lo sa. Fiuggi c'era già stata, ma la gestione della "ragazza della Garbatella" ha contribuito, più di tanti altri passaggi, allo sradicamento di velleità estremistiche e di rimasugli vari. Negli anni Novanta, essere di destra, in Italia, inizia ad essere giustificato ma non è comunque semplice.

Una giovanissima Giorgia Meloni costruisce così una realtà post-ideologica, proprio Ag, che diviene maggioritaria nelle scuole, pure in termini elettorali, grazie alla passione per la libertà e allo stile post-ideologico delle battaglie. È così che tanti giovani hanno la possibilità di definirsi di destra senza essere etichettati come fascisti dalla sinistra. Un fatto noto pure all'intellighenzia a cui tuttavia non conviene ricordarlo. Forse certa sinistra preferisce l'andazzo di prima.

Fratelli d'Italia nasce sulla scia di quella esperienza, che è appunto condita da un percorso complesso. Facciamo di nuovo un passo indietro. Siamo sempre negli anni 90'. La Meloni appartiene ad una comunità politico-umana, interna ad An, ma denominata dall'ambiente "i gabbiani", che sono conosciuti per non avere la suggestione del fascismo. Altre correnti pensano che la comunità della Meloni, con tutto quell'aperturismo, stia rinunciando all'identità sociale, in funzione di un dialogo non giustificato con le forze centriste e liberali. La storia, come si sa, darà ragione ai "gabbiani" e torto ad altri. E in termini di condanne del fascismo è già stato scritto tutto in questo articolo.

Nelle loro sezioni, i gabbiani leggono Pier Paolo Pasolini, che nei limitrofi considerano un avversario. Per non parlare delle canzoni di Francesco Guccini che quei ragazzi, cresciuti tra Colle Oppio e Garbatella, conoscono a memoria. Arriva il 1996: Giorgia Meloni fonda un coordinamento studentesco denominato "Gli Antenati". Lo scopo è quello di contrastare la riforma della scuola voluta dall'allora ministro Rosa Russo Iervolino. Al comitato non aderiscono soltanto i giovani di destra, ma la "maggioranza silenziosa" che la Meloni proverà a rappresentare dapprima con Ag e poi con Fdi. Sono gli albori di una parabola in corso.

"Tutti gli uomini di valore sono fratelli" è il titolo di un manifesto affisso alla Sapienza dai "gabbiani" in quel periodo. La raffigurazione presenta Ezra Pound, ma pure Che Guevara, Anna Magnami ed Aldo Fabrizi, ma pure Antonio Gramsci. Se quest'ultimo odia gli indifferenti, la giovane Meloni "detesta la gente che non sogna". Per l'ambiente di An è un mezzo scandalo, perché quell'immagine affissa è una cesura definitiva con le divisioni del passato. Persino Gianfranco Fini, che in materia di sdoganamenti non ha mai fatto mancare il suo apporto, non vede certe istanze di buon occhio.

La Meloni ed i gabbiani si dicono contrari alla pena di morte, a differenza dei colonnelli del partito, e procedono con battaglie ambientaliste ante-literram, tipo quella contro il nucleare, che Fini invece vorrebbe. "Fare Verde", l'associazione ambientalista animata dal compianto Paolo Colli, è un fenomeno che An fatica a comprendere. Ma Fabio Rampelli, Marco Scurria, Marco Marsilio, Francesco Lollobrigida, Nicola Procaccini e tanti altri hanno la loro impostazione e tirano dritto.

Negli anni Novanta si usa fare quello che viene chiamato "presente". È una cerimonia commemorativa che riguarda ogni singolo ragazzo di destra caduto tra gli anni sessanta e l'inizio degli anni ottanta per via degli Anni di Piombo. Le comunità si alternano dinanzi ai luoghi della memoria. Alcune realtà fanno il "saluto romano". La Meloni ed i suoi no: commemorano, ma cancellano il saluto fascista dalla prassi. Azione Giovani tutta si adegua. Sta nascendo una destra che oltrepassa gli ideologismi.

L'ha costruita la Meloni, la stessa cui oggi cercano in tutti i modi di appiccicare un'etichetta quando non sanno che altro dire.

Commenti