Guerra ai medici gettonisti, nuove assunzioni, accesso regolato alle borse di studio. Il ministro alla Salute Orazio Schillaci ragiona da medico e rettore. E sbroglia le matasse che si è trovato sulla scrivania, frutto di «anni di politiche dissennate».
Come intende arginare la fuga dei medici dai Pronto soccorso? Sono previsti interventi sui medici a gettone?
«I gettonisti sono un fenomeno intollerabile di cui mi sono occupato disponendo ispezioni dei Nas presso le cooperative. Controlli che hanno fatto emergere casi di frode e di impiego di personale medico privo di requisiti. Tutto ciò è frutto di dieci anni di programmazione sbagliata e di una dissennata politica dei tagli alla sanità da parte dei governi che ci hanno preceduto da almeno 10 anni, da Letta a Renzi, da Gentiloni a Conte. Verranno reclutati nuovi professionisti e restituita la giusta serenità a quanti sono già in servizio».
Come riprogrammare gli accessi alle facoltà di Medicina?
«Anche in questo campo scontiamo errori che si sono accumulati in passato quando venivano messe a bando migliaia di borse di specializzazione meno del necessario, determinando così la carenza di medici specializzati che oggi noi siamo chiamati ad affrontare in emergenza. Ora occorre rivedere insieme al ministero dell'Università il tema degli accessi ai corsi di laurea in medicina e alle scuole di specializzazione».
Come tutelare i medici da violenze e aggressioni?
«Riattivando i posti di polizia nei pronto soccorso più a rischio. Ho già riunito L'osservatorio sulla sicurezza delle professioni sanitarie per parlare delle altre misure da prendere».
I medici internisti Fadoi denunciano che un milione di anziani soli restano in ospedale più del dovuto perché nessuno si prende cura di loro. Come rimediare?
«L'ospedale dovrebbe occuparsi delle urgenze. Uno degli investimenti del Pnrr punta, entro il 2026, ad aumentare le prestazioni in assistenza domiciliare integrata fino alla presa in carico del 10% degli over 65. La pubblicazione del decreto di assegnazione delle risorse è previsto entro giugno».
A che punto è il piano delle Case di comunità?
«Il Pnrr fissa al 2026 la realizzazione delle 1.350 Case della Comunità in cui il cittadino dovrà trovare equipe multispecialistiche, 7 giorni su 7, h24».
L'Istat dice che nel 2021 l'11% degli italiani ha rinunciato alle cure per ragioni economiche o difficoltà di accesso al servizio. Una sconfitta per la sanità pubblica?
«Non c'è solo un problema di risorse ma di modelli organizzativi da migliorare. Puntiamo ad una reale integrazione tra ospedale e territorio, oggi i cittadini continuano ad affollare i pronto soccorso perché non trovano alternative valide sul territorio».
Nella Manovra non si parla dei 20 milioni per il Piano oncologico azionale.
«Con l'emendamento al decreto Milleproroghe contiamo di garantire i fondi al Piano. Per quanto riguarda il recupero delle liste d'attesa, la legge di bilancio 2022 aveva stanziato 500 milioni di euro alle Regioni. Sto verificando lo stato di attuazione dei piani regionali».
Aifa. Dopo Magrini, chi sarà il nuovo dg e che missione avrà all'interno dell'agenzia del farmaco?
«L'ente sarà governato in via temporanea da Anna Rosa Marra, funzionario con maggiore anzianità già responsabile del servizio di farmacovigilanza. Il suo compito terminerà con la definizione del nuovo regolamento che ridisegna la governance di Aifa che contiamo di produrre in 2-3 mesi. Il nuovo assetto, incentrato sulla figura del Presidente e di due direttori, uno amministrativo e uno scientifico, garantirà più efficienza e rapidità nell'approvazione dei medicinali».
Vaccini. La campagna sembra andare un po' a rilento.
«Uno dei miei primi atti ministro della Salute è stato rafforzare la campagna di sensibilizzazione sul vaccino antinfluenzale e i richiami anti Covid.
Abbiamo realizzato uno spot televisivo per invitare a mantenere un comportamento responsabile nei confronti del Covid e dell'influenza stagionale, promuovendo la vaccinazione, strumento di primaria importanza per proteggere se stessi e gli altri. Rafforzeremo la collaborazione con le professioni sanitarie, società scientifiche, associazioni di pazienti e del volontariato, insieme alle regioni e province autonome».
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