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Così l'ex sindacalista Cgil tramava con "Lady dentiere"

L'intreccio nelle intercettazioni: liste pilotate per favorire i privati. Oggi l'interrogatorio del leghista Rizzi: "Chiarirò tutto". Il Pd vuole sfiduciare il governatore Maroni. Lui attacca: "Difenderò la riforma"

Così l'ex sindacalista Cgil tramava con "Lady dentiere"

«Cucciola» e «amore»: così l'ex sindacalista e paladino della buona sanità pubblica si rivolge alla manager dell'odontoiatria, perno dello scandalo che ha portato in carcere tra gli altri il consigliere lombardo della Lega Fabio Rizzi. Massimiliano Sabatino e Maria Paola Canegrati sono finiti nell'inchiesta «Smile» della Procura di Monza. Anche loro sono in cella. Sabatino è noto nella sanità milanese, per anni sindacalista della Cgil e oggi dirigente degli Istituti clinici di perfezionamento. A lui sono dedicate decine di pagine nell'ordinanza di custodia del gip Emanuela Corbetta. Secondo gli inquirenti, Sabatino aiutava l'amica a ottenere appalti. E si poneva «sistematicamente a servizio» della Canegrati, garantendole «ogni informazione utile interna all'amministrazione, così asservendo la funzione pubblica agli interessi imprenditoriali e personali» della donna. In cambio di denaro e altri vantaggi.

«Senti tesorino, ci vediamo nei prossimi?», chiede lei. Risposta: «Ho bisogno di fare il punto su Niguarda, perché... noi siamo un po' in ritardo cucciola». Sabatino poi non si scompone quando l'amica gli spiega come dirottare i pazienti sui servizi a pagamento. «Sposteremo la maggior parte dell'attività sulla solvenza», dice al telefono la «Mandrake» (così si autodefinisce) delle dentiere. Faremo liste d'attesa per il Servizio sanitario, aggiunge, «che vanno alle calende greche». Conclude il gip: la funzione pubblica dell'ex sindacalista «è totalmente svilita e assoggettata a favore» di «Paoletta». A casa di Rizzi i carabinieri hanno trovato quasi 17mila euro in contanti (1.900 in un congelatore) e una busta con 5mila franchi svizzeri. E sempre dalle intercettazioni emergono altri dettagli sui suoi affari. Come che dalla costruzione di un ospedale pediatrico in Brasile contava di ricavare «un paio di milioni a testa», dice al telefono alla compagna indagata, e di «estinguere i mutui». C'è poi un riferimento della Canegrati all'ex vicepresidente della Lombardia Mario Mantovani, ai domiciliari per un'altra inchiesta, che vorrebbe «entrare a far parte di questa grande famiglia».

Immediata la reazione del legale di Mantovani, Roberto Lassini: «Mai nessun rapporto è intercorso tra lui e le società coinvolte nell'indagine monzese». Intanto oggi alle 12 Rizzi e il suo braccio destro Mario Longo saranno interrogati nel carcere di Monza. «Voglio chiarire tutto quanto prima e difendermi dalle accuse» (di associazione per delinquere e corruzione), ha dichiarato l'ex senatore attraverso il difensore Monica Alberti. E mentre lui scalpita per raccontare la sua versione dei fatti, in Regione monta il «processo» politico. Non solo Rizzi è stato scaricato dalla Lega (il leader Matteo Salvini lo ha subito estromesso dal partito) ma lo scandalo dell'odontoiatria rischia di paralizzare i lavori sulla riforma della sanità, che lui stesso ha scritto. Pd e Patto civico questa mattina depositeranno una mozione di sfiducia contro la giunta Maroni. Fino a che il provvedimento non verrà discusso nell'aula del Consiglio regionale (si presume il primo marzo) non si presenteranno ai lavori della commissione sanità, dove si sta lavorando al testo bis della riforma. «Difenderò la riforma con l'aiuto degli onesti, ho passato mille tempeste» annuncia Roberto Maroni. «Emergerà presto che su Maroni non c'è nulla di storto» è sicuro Umberto Bossi.

«Dobbiamo mettere anticorpi forti nel sistema sanitario che è quello più aggredibile perché c'e la cassa - sostiene il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin - Lo scandalo non fa bene alla sanità lombarda che è una delle migliori del nostro paese».

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