
Nel 2020, l'Italia era terzultima nella classifica DESI (Digital economy and Society Index). Terzultima sui 28 Paesi Ue. In quel momento con la pandemia il dato era a dir poco preoccupante visto che il Covid ha mostrato tutta l'importanza della digitalizzazione e dell'informatizzazione dei sistemi sanitari. Oggi l'Italia guarda dall'alto più della media di quei Paesi leggendo i dati di cui si compone l'ultimo Digital Decade Report. Dati che dicono che il nostro Paese viaggia su indici importanti come cloud e salute digitale - sopra la media europea. Ne parliamo con il regista di questa crescita e di questo successo: il senatore Alessio Butti, sottosegretario per l'Innovazione.
Senatore come legge questo passo in avanti?
"Il Digital Decade Report ci dice che in due anni e mezzo abbiamo guadagnato 15 punti percentuali nei servizi digitali ai cittadini. Anche per identità digitale e copertura 5G siamo persino davanti a Francia e Germania. Un traguardo che ci rende orgogliosi del lavoro compiuto. Merito del Dipartimento e delle scelte del governo Meloni".
Cosa ha determinato questo cambio di passo?
"Ha funzionato innanzitutto la digitalizzazione della PA. Uffici centrali ed enti locali hanno migliorato il dialogo. Si immagini che, grazie alla Piattaforma PA Digitale 2026, il 99% degli enti locali ha potuto godere di finanziamenti per la digitalizzazione. Inoltre, quando siamo arrivati le amministrazioni aderenti alla PDND (Piattaforma Digitale Nazionale Dati) erano appena 123. Ora sono quasi 13mila e si sono scambiate dati per 600 milioni di volte in due anni. In breve, abbiamo dato concretezza al principio Once only (una volta soltanto, ndr) con cui il cittadino può inserire i suoi dati una sola volta e poi saranno le diverse amministrazioni a dialogare".
Mi faccia un esempio.
"Se un cittadino ha bisogno di un cambio di residenza non deve produrre documenti. Il Comune che lo accoglie li recupera da questa piattaforma".
Come vi siete mossi per accelerare la digitalizzazione?
"È stata molto efficace la promozione dell'identità digitale, in particolare della CIE. In questo ambito, abbiamo raggiunto il target PNRR con due anni di anticipo. Fondamentale anche la digitalizzazione di PA e della sanità".
La digitalizzazione può aiutare a ridurre le liste d'attesa per le visite specialistiche?
"È certamente possibile attraverso l'utilizzo della App IO. Un recente esperimento condotto insieme con la Regione Lombardia dimostra che l'odioso effetto no-show (l'abitudine di prenotare più visite specialistiche contemporaneamente e usufruire soltanto di quella più vicina nel tempo, ndr) è diminuito del 30% grazie alla tempestività degli annullamenti tramite App IO".
Insomma basta utilizzare computer, tablet e smarphone e tutto si risolve?
"Non proprio. Non abbiamo dimenticato l'importanza di un confronto personale. Per la prima volta il Dipartimento ha aperto sedi locali dove operano 180 funzionari. Questo ha reso la fiducia nel processo di digitalizzazione ancor maggiore".
Prossimi obiettivi?
"Siamo impegnati a sviluppare il Sistema IT Wallet, il portafoglio digitale dove finora 5 milioni di italiani hanno scaricato 9 milioni di documenti tra: patenti di guida, tessere sanitarie e carte della disabilità. Uno strumento non obbligatorio ma utilissimo".
In futuro gireremo senza carta d'identità e patente cartacei anche in Europa?
"È già
possibile usare da noi la patente sul Wallet anche offline. Nei prossimi anni, con It Wallet e il Wallet europeo a pieno regime, chi vorrà (anche qui nessun obbligo) potrà usare i documenti digitali al posto di quelli fisici".