
"Sono 50 anni, quanti ne ho io, che si parla di sovraffollamento. Con questi provvedimenti la destra onora la sua vocazione sociale e l'attenzione ai più deboli". Il viceministro della Giustizia Andrea Delmastro analizza con il Giornale la riforma del sistema carcerario che il Consiglio dei ministri ha approvato ieri pomeriggio. "Abbiamo preso di petto il problema del sovraffollamento carcerario: da una parte i 750 milioni di euro destinati ad un enorme piano di edilizia penitenziale che ci consentirà di recuperare 10mila posti detentivi. Siamo ancora circa 5mila posti in più rispetto alla popolazione ma stiamo intervenendo anche su questo".
In carcere un terzo dei detenuti è tossicodipendente...
"Ed è a loro che sarà dedicato un percorso di accesso più facile a un percorso di disintossicazione. Ove possibile, fino alla condanna a 8 anni, si offre al detenuto la possibilità di espiare la pena in regime di detenzione domiciliare all'interno di una comunità di recupero. Se si patteggia fino a 5 anni è il giudice stesso che dispone la possibilità di andare direttamente in comunità. È questo il vero modo per restituire una persona migliore alla collettività".
Tra l'altro, sono i detenuti più fragili quelli più esposti al suicidio e vittime di bullismo da parte di altri detenuti...
"L'altro giorno il Guardasigilli Carlo Nordio ha detto una cosa sacrosanta, se non si è da soli in cella c'è qualcuno che può intercettare eventuali propositi suicidari e impedirti di fare una fesseria, eppure l'hanno preso in giro. Ed è per questo che siamo partiti da loro con una misura che fa onore a una destra che ha una vocazione sociale in Italia, mentre la sinistra riesce a fare ironia anche sulla pelle di questi disgraziati".
Nei mesi scorsi si è anche parlato di un piano con celle container, come quelle realizzate nel Cpr di Gjader in Albania.
"Nel piano carceri ci sono anche queste strutture che forniscono la più ampia garanzia sotto il profilo della sicurezza e sono veloci nell'edificazione, sempre all'interno del perimetro dei penitenziari e quindi straordinariamente presidiate".
A chi saranno destinati?
"Si tratterà di ospitare le detenzioni più leggere, per coloro che hanno un anno, un anno e mezzo alla fine della pena e quindi è difficile immaginare che tenti una fuga".
So che si lavora anche al rimpatrio di detenuti stranieri nei Paesi d'origine...
"Abbiamo raddoppiato le espulsioni fatte dal governo Draghi e stiamo già lavorando assieme al ministero dell'Interno: ad oggi sono stati rimpatriati ex articolo 16, comma 5 del Testo unico dell'immigrazione 267 detenuti stranieri. Nel 2022 erano stati 363, nel 2023 439, nel 2024 513. Abbiamo accordi bilaterali con i Paesi di provenienza con i quali ci stiamo confrontando perché un terzo dei nostri detenuti è di origine straniera, parliamo di 20mila persone che costano ogni giorni 137 euro ai contribuenti".
E poi ci sono i detenuti in custodia cautelare...
"Abbiamo già fatto un intervento normativo sui presupposti per l'applicazione delle misure cautelari per rapportare le garanzie di persone che sono presuntivamente ancora degli innocenti, che ovviamente darà i suoi frutti in prospettiva.
In attesa del completamento dell'organico della magistratura, con la previsione di assunzione determinate unità, la decisione sull'eventuale custodia cautelare verrà presa da un collegio di tre giudici, non più dal solo gip, e dopo un colloquio preventivo. Dopodiché, è evidente che rafforzate le garanzie, dobbiamo comunque mantenere questo presidio".