"Così rovinano degli imprenditori"

Inchiesta sull'Anas: i legali minacciano il ricorso alla Cedu. "I nostri clienti sotto shock"

"Così rovinano degli imprenditori"
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Lodovica Bulian e Luca Fazzo

La convocazione per tutti gli indagati è il 3 gennaio a Roma. Dopo Capodanno sono fissati gli interrogatori di garanzia per le cinque persone, tra cui Tommaso Verdini, figlio dell'ex senatore Denis (anche lui indagato), per cui il gip Francesca Ciranna ha disposto gli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Roma su alcuni appalti Anas. Nel procedimento sono contestati corruzione, traffico di influenze illecite e turbativa d'asta. Da quel che trapela dalle difese sembra certo che almeno uno degli imprenditori - accusati di aver pagato la Inver srl dei Verdini e di Fabio Pileri (socio di minoranza) con presunte consulenze «fittizie» o in contanti per ottenere entrature in Anas e aggiudicarsi appalti milionari - si avvarrà della facoltà di non rispondere. Altri invece confermano che «risponderemo e chiariremo subito la nostra posizione». Gli imprenditori finiti ai domiciliari sono Antonio Veneziano, Stefano Chicchiani, e Angelo Ciccotto. L'interdittiva per 12 mesi dal pubblico ufficio invece è stata disposta per Paolo Veneri e Luca Cedrone rispettivamente, all'epoca dei fatti, dirigente e funzionario della Direzione Appalti e Acquisti di Anas.

«I clienti sono ancora sotto shock per la misura cautelare, per noi ora è un no comment», dice il legale di Pileri. Alcuni degli avvocati però sottovoce criticano la tempistica «anomala» e «infelice» dell'esecuzione dell'ordinanza cautelare «a due anni dall'inizio delle indagini e sotto le festività natalizie». Casualità feroce data dai tempi della macchina della giustizia romana. Del resto l'ordinanza è stata firmata il 20 dicembre, alla vigilia di Natale, mesi dopo la richiesta dei pm. Entro l'8 gennaio le difese potranno fare ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere la revoca o l'attenuazione della misura. «I provvedimenti non si commentano, si impugnano - spiega Antonio Zecca, che difende Veneziano - certo la reiterazione del reato come unica motivazione alla base dei domiciliari del mio cliente desta molte perplessità».

C'è chi si lascia sfuggire la «gratuità» della gravità dei domiciliari sotto Natale, chi parla di «gogna mediatica» riferendosi alla richiesta di ieri delle opposizioni al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, compagno della figlia di Verdini, Francesca, di riferire in Parlamento con un'informativa urgente «sul sistema di consulenza e appalti pubblici banditi da Anas».

Uno degli avvocati valuta di farne una questione di diritto in sede civile davanti alla Corte europea per i danni economici subiti da uno degli imprenditori che definisce letteralmente «rovinato» già dalle precedenti fasi delle indagini: «Era già stato costretto a dimettersi da presidente di un consorzio di imprese di costruzioni che aveva svolto lavori per il Quirinale, per il ministero degli Interni ecc».

«Al mio cliente viene attribuito un ruolo marginale in questa vicenda. È un imprenditore perbene, incensurato, che ha subìto una misura cautelare grave. Ci difenderemo nelle sedi opportune», commenta Giovanni Castronovo che assiste Ciccotto.

Agli atti a supporto dell'ordinanza di custodia cautelare ci

sono almeno un anno di intercettazioni ambientali e telefoniche, ma anche elementi già acquisiti nel sequestro probatorio, documentale, e preventivo, di telefoni e pc, effettuato dalla guardia di finanza nel luglio 2022.

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