Così Schlein ha "incastrato" Decaro

Con la candidatura a governatore pugliese l'ex sindaco di Bari è stato neutralizzato

Così Schlein ha "incastrato" Decaro
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Fuori uno. Elly Schlein mette fuorigioco il suo principale competitor per la segreteria nazionale: Antonio Decaro. Un colpo da maestra. Che blinda la leadership del Pd fino alle politiche. L'ala riformista puntava sull'ex sindaco di Bari, lusingato anche dalle sirene renziane, per riportare il Pd verso il centro. Sbarazzandosi di Elly Schlein. Ed invece le regionali in Puglia diventano il pantano per Decaro, che ora è costretto a rinunciare a sogni di gloria. È quasi un cul de sac il voto pugliese per Decaro. Gli scenari sono due. In entrambi i casi vince Schlein e perde Decaro. Nel primo caso la vittoria del campo largo in Puglia porta Decaro alla presidenza della Regione per i prossimi 5 anni. Forse per 10. E dunque sarebbe tagliato fuori da un'eventuale partita alle primarie contro Schlein. Anche se il fronte riformista ricorda: "Bonaccini si è candidato da presidente della Regione". Da Guerini a Picierno, la corrente che guardava a Decaro per il dopo Schlein è ora in cerca di nuovo leader. Piace la sindaca di Genova Silvia Salis. Nulla però vieterebbe a Decaro di sfidare Schlein. C'è però una enorme differenza tra Decaro e Bonaccini. L'ex presidente della Regione Emilia Romagna era alla fine del secondo mandato. Se si vota tra un anno per il congresso Pd, Decaro sarebbe al suo primo anno di legislatura. E difficilmente potrebbe mollare la poltrona alla presidenza della Regione. Lo schema win win contempla anche lo scenario della sconfitta per Decaro. In quel caso la carriera politica sarebbe praticamente conclusa. Nessuno punterebbe su un governatore sconfitto per la leadership del Pd. Il gioco è fatto. Decaro è fuori dalla partita per la leadership del Pd. Se vince, governerà controvoglia e con il tutore Vendola. Se perde dovrà accontentarsi della pensione dorata a Bruxelles. Eppure il voto alle Europee, le 500mila preferenze raccolto, segnava il primo passo verso la scalata alla guida del Pd. Le regionali diventano ora una secca. Anche perché Decaro ha dovuto ingoiare anche il rospo della candidatura di Niki Vendola in Avs: nome su cui l'ex sindaco di Bari aveva posto il veto minacciando il ritiro. Schlein costringe Decaro alla candidatura e si blinda: "Sono molto felice di essere tornata dalla Puglia dopo il lancio della candidatura di Decaro. Con questa candidatura possiamo dire che la coalizione progressista è in campo compatta in tutte le Regioni al voto e il centrodestra si deve abituare a una coalizione progressista unita, che non farà il favore di dividersi ed è in pista con tutti i candidati". Tra gli schleniani si sprecano i ringraziamenti per Decaro: "L'annuncio arrivato dal palco di Bisceglie ieri da parte di Antonio Decaro che ha accettato di essere il candidato presidente del centrosinistra in Puglia, chiude il quadro delle imminenti regionali nel migliore dei modi. Ovunque abbiamo schierato i migliori candidati in campo e ovunque lo abbiamo fatto con coalizioni larghe e compatte, unite su temi fondamentali per i cittadini come la sanità pubblica e un lavoro dignitoso. Così riusciamo ad essere finalmente alternativi alle destre", rilancia Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Pd. E parole di elogio arrivano anche dal leader del M5s Giuseppe Conte: "Non abbiamo chiesto per noi nulla se non un vero rinnovamento.

Decaro lo ha garantito: accompagneremo questo processo, saremo coprotagonisti di questo processo. Adesso - ha concluso il leader M5s - non vediamo l'ora di sederci a un tavolo per definire puntualmente programmi, temi per consentire in prospettiva di rilanciare questo Sud".

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