Cronache

Così si mangerà domani: insetti contro la fame

Gli esperti: impossibile la carne per tutti, L'Olanda produce già biscotti con farine di grilli

Così si mangerà domani: insetti contro la fame

Un tramezzino con crema di cavallette. Una tartina con larve e formiche. Cos'è, uno scherzo di cattivo gusto? Al contrario potrebbe essere la soluzione per affrontare il problema della fame nel mondo, come si è parlato in questi giorni a Milano nel convegno «Nutrire il Pianeta: l'insetto nel piatto», ideato da Andrea Mascaretti, promosso dalla società Umanitaria e tenutosi all'Acquario civico perché sede dell'Esposizione Universale del 1906, e il tema affrontato, ovvero la nutrizione dell'intero popolo della terra, sarà quello di Expo 2015.

«Una bistecca per tutti non è una soluzione possibile, perché mucche, vitelli, cavalli e polli richiedono vasti allevamenti, quindi opere di disboscamento, e a loro volta per cibarsi disboscano. Abituarsi al pensiero di nutrirsi di insetti è positivo ma richiede due azioni immediate: una di carattere culturale e l'altra di tipo legislativo da parte degli Stati» commenta Claudia Buccellati, presente all'evento in qualità di presidente della sezione culturale della Fenco (Federazione nazionale consolati onorari). Docenti universitari, esperti d'alimentazione della Fao, sociologi e psicologi si sono confrontati su un argomento che pare davvero bizzarro, se non fosse che oggi già due miliardi di persone sulla terra si alimentano grazie a formiche, larve e a ben 1900 speci diverse di insetti, un cibo che apporta quantità di proteine e grassi superiori agli animali di cui attualmente ci nutriamo.

Francia, Inghilterra e Olanda già producono beni alimentari come i biscotti con farina d'insetti, soprattutto grilli, sulla coltura dei quali stato leader è il Kenya. «In Italia sono presenti due startup per l'allevamento, di cui una in Puglia e l'altra a Cuneo. Gli insetti potrebbero essere una risorsa non solo per noi ma anche per gli animali. Ho già tenuto alcuni incontri con i rappresentanti della Confagricoltura che si dichiarano pronti all'allevamento di questi piccoli esseri, a condizione che si inizi a considerare la cosa dal punto di vista legislativo».

Il tema punge come una zanzara, in quanto presume una trasformazione lenta e progressiva delle abitudini alimentari, oltre che una ricerca certosina dal punto di vista sanitario. Oggi i cinesi iniziano a gustare le nostre prelibatezze, come una bistecca appunto, ma procedere di questo passo non è possibile: gli animali che per tradizione ci sfamano non potranno far fronte alle esigenze di tutti, tenendo conto che medici e nutrizionisti dissuadono dal consumo di carne rossa che favorisce patologie quali il cancro. Molti degli animali che degustiamo provocano allergie, i gamberi e i crostacei ad esempio, quindi non si vede perché ammettiamo la presenza sulle nostre tavole di spiedini di gamberi e di ragni no.

I santi mangiavano locuste anche qui in Italia. Al convegno milanese erano presenti piatti di larve e di volatucci fritti, che i partecipanti hanno gradito. Il cibo è la fonte che ci fa vivere. «Anche da parte degli chef c'è bisogno di una certa versatilità. Qui non si tratta di un capriccio culinario, ma di far fronte ad un argomento, come quello della fame, che rimane una delle esecrabili piaghe del nostro Pianeta» conclude Claudia Buccellati. Nel giardino terrestre ogni essere è utile.

Cibarsi con altri esseri non è né poetico né edificante, ma se vogliamo che tutti abbiano un porzione di nutrimento a cui attingere il proprio benessere le soluzioni di cui tener conto possono essere molteplici, anche se all'apparenza non invitanti.

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