«Un'impresa può sopportare una situazione del genere fino alla prossima settimana. Poi sono guai. Il mio auspicio è che si arrivi a una normalizzazione attenzionata, cioè di modificare i propri atteggiamenti a salvaguardia di tutti. La continua pubblicità dello stato dell'arte dell'infezione da Coronavirus è un danno mortale per l'Italia. Anche gli altri hanno gli stessi nostri problemi, ma li sanno manifestare con più discrezione». Paolo Scudieri, 59 anni, è alla guida di Adler, azienda familiare che negli anni si è trasformata in multinazionale: 58 impianti in 19 Paesi, 7 siti di ricerca e sviluppo, 15mila dipendenti, il 40% dei quali in Italia. Nel 2019 ha fatturato 1,5 miliardi di euro. Adler, con sede a Ottaviano (Napoli), opera nell'automotive e fornisce i principali gruppi mondiali. Scudieri, inoltre, è dal 2018 presidente di Anfia, l'associazione che raggruppa la filiera italiana della componentistica. «Siamo di fronte - afferma - alla difficoltà nelle difficoltà, all'incertezza nelle incertezze, all'instabilità nelle instabilità. Vivere quotidianamente momenti di complessità è già una grande sfida. E ora si aggiunge questo ulteriore problema».
Tutto è partito dalla Cina dove anche Adler ha un importante business.
«La Cina è diventata centrale per il settore manifatturiero mondiale. Là, però, si sta andando verso la normalizzazione delle attività produttive e dei trasporti. Il problema è come in Italia si sta affrontando questo caso».
Ogni giorno viene diffuso una sorta di bollettino di guerra.
«C'è tanto allarmismo e poca scientificità nel comunicare i rischi reali di questo virus. Si diffondono scene di panico come se fossimo in guerra, con supermercati svuotati e farmacie prese d'assalto. Ciò non fa che aumentare l'insicurezza generale, una deriva mortale per le aziende e l'economia».
Il Pil, la Borsa e lo spread danno segnali preoccupanti in un contesto economico che già di per sé è difficile.
«In più, c'è l'aggravante degli atteggiamenti speculativi sia dei mercati sia di chi ne approfitta per rincarare i prezzi. Tutte situazioni da punire con la massima severità».
Come affronta la situazione in Adler?
«In Italia condivido con tutti azioni di normalizzazione e trasparenza. Chi ritiene, per varie ragioni, di essere a rischio, lo deve dire senza problemi. Bisogna poi osservare scrupolosamente tutte le norme igieniche e di pulizia. Siamo una squadra e come tale dobbiamo comportarci, senza bloccare l'attività ma puntando sulla prevenzione».
È cominciato, intanto, lo scaricabarile politico.
«Si tracima nella polemica perché non si sa cosa significa Sistema Italia e quello che possono dare le aziende. Meno parole e più azioni. Bisogna favorire la normalità rispetto a notizie mirabolanti e scenari apocalittici».
Lei è presidente anche di «Eccellenze campane», associazione creata per valorizzare i tanti plus di quel territorio. C'è già chi chiede lo stato di calamità per gli effetti negativi del Coronavirus sul turismo.
«Non bisogna lanciare ulteriori allarmi per ottenere benefici relativi, come non pagare le tasse per un mese. Chiedendo questo si fa un altro danno al Paese».
Dal 2018 è alla guida di Anfia, l'Associazione della filiera italiana automotive. Quale messaggio ha dato?
«Una grande azienda, come Italdesign, ha dovuto sospendere l'attività dopo aver riscontrato un caso. Ai nostri associati dico di puntare sulla massima trasparenza con la forza lavoro, di applicare la prevenzione e di andare avanti».
Mettiano che domani lei diventi premier. Come affronterebbe il problema Coronavirus?
«Stipulerei un contratto con gli italiani, con l'impegno reciproco ad assumere atteggiamenti responsabili. No a paura e allarmismo, ma la denuncia delle speculazioni che fanno male alla società civile».
Il governo si è dimostrato impreparato?
«È emersa la sorpresa nei confronti di qualcosa di imprevisto, sorpresa sfociata nell'esagerazione e in timori incontrollati».
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