Costa lascia la presidenza dopo il passaggio a Fi

Costa ha rassegnato le dimissioni da presidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei deputati

Costa lascia la presidenza dopo il passaggio a Fi
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Enrico Costa (nella foto), che è da poco tornato in Forza Italia, si è dimesso da presidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei deputati. La scelta, che non è automatica o dovuta, può dipendere dalla prassi: dal 1996 quell'organo ( che è fondamentale anche per la separazione dei poteri tra politica e magistratura) è presieduto da un parlamentare dell'opposizione. E Costa, che da Azione è passato agli azzurri, non fa più parte della minoranza. Le dimissioni del deputato erano state chieste a gran voce dalla sinistra, in particolare da Avs, che ha subito espresso apprezzamento per quanto deciso dal parlamentare. L'esponente di Fi, che aveva già militato nel partito fondato da Silvio Berlusconi fino al 2020, ha inviato una lettera con le motivazioni al presidente della Camera Lorenzo Fontana. Una missiva per comunicare in via ufficiale il suo passo di lato.

Lasciare la presidenza, per l'esponente di Fi, ha soprattutto un fine: tutelare la Giunta da polemiche «strumentali». Costa infatti, regolamento alla mano, appunta come il fatto di aver cambiato partito sia «del tutto» privo «di conseguenze» rispetto «all'incarico ricoperto».

Il deputato avrebbe dunque potuto continuare a ricoprire l'incarico di presidente. E nella lettera viene anche sottolineato l'esistenza di «precedenti». «Tuttavia - aggiunge Costa - , oltre al profilo giuridico, per cui sarebbe assolutamente legittimo mantenere il ruolo in cui sono stato eletto... - prosegue il parlamentare - prendo in considerazione anche il piano politico-istituzionale. Ritengo infatti che la Giunta vada tutelata con la responsabilità di scongiurare tensioni». Paolo Barelli, presidente del gruppo degli azzurri, ha immediatamente commentato, parlando di «lezione di stile» da parte di Costa. E più in generale molti parlamentari, anche dell'opposizione, non hanno potuto che constatare il bon ton istituzionale dell'ex membro del partito di Carlo Calenda. Nell'ultima parte della lettera, Costa ricorda anche le sue numerose e note battaglie per una «giustizia liberale».

Battaglie che il parlamentare non ritiene sacrificabili per un incarico. «Pertanto - chiosa l'ex Terzo polo - , con grande serenità, rassegno le dimissioni dalla carica di presidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei deputati».

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