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Costituzione infranta per i comodi dei 5s

Domanda retorica: è accettabile che, per assecondare l'interesse elettorale di un partito di maggioranza, si alteri il risultato di un voto democratico sulla Costituzione? Ovvio che no

Costituzione infranta per i comodi dei 5s

Domanda retorica: è accettabile che, per assecondare l'interesse elettorale di un partito di maggioranza, si alteri il risultato di un voto democratico sulla Costituzione? Ovvio che no. Eppure, nessuno sembra avvertire la gravità di quel che sta accadendo.

A premere per accorpare il voto sul referendum contro il taglio della rappresentanza parlamentare al voto regionale e amministrativo sono stati i grillini. Il motivo è banale: ritengono che la consultazione referendaria trainerà consensi sulle loro liste. C'è solo un problema, l'abbinamento è incostituzionale. Già il diritto romano fissava il principio della rogationes per saturam: non si abbinano votazioni di natura diversa. Principio recepito anche dalla legge sull'election day, che prevede la possibilità di accorpare tutte le elezioni di natura politica, ma non il voto su una legge costituzionale. Come ha scritto la Consulta in una sentenza del 2000, «l'intervento del popolo» nel processo di formazione di una legge costituzionale «deve avvenire secondo forme tipiche all'interno di un procedimento che, grazie ai tempi, alle modalità e alle fasi in cui è articolato, carica la scelta politica del massimo di razionalità di cui, per parte sua, è capace, e tende a ridurre il rischio che tale scelta sia legata a situazioni contingenti». È evidente che l'abbinamento ad un voto politico, disomogeneo a livello nazionale, inquinerebbe sia la partecipazione sia il risultato del referendum. Laa campagna referendaria verrebbe oscurata da quella politica, ledendo così il diritto dei cittadini ad essere informati.

Perciò, assieme ai colleghi Nannicini e Pagano, in quanto Comitato promotore del referendum costituzionale, e pertanto «potere dello Stato», ho chiesto e ottenuto un incontro col presidente del Consiglio. Conte ci ha ascoltati, ci ha detto che avrebbe posto il problema ai partiti di maggioranza, ci ha assicurato che ci avrebbe fatto sapere. Non l'abbiamo più sentito. L'interesse elettorale dei grillini è evidentemente superiore a qualsiasi valutazione di legittimità. Si lede la Costituzione, si intaccano i diritti delle opposizioni, dal momento che il referendum costituzionale ha «natura oppositiva», e lo si fa con l'obiettivo di delegittimare il Parlamento in una fase politica in cui la sua marginalizzazione ha generato i mostri chiamati Dpcm e lo strapotere di un governo inadeguato.

Ricorrere alla Consulta e appellarsi al Capo dello Stato non è una possibilità, è un dovere.

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