nostro inviato a Parma
Milano da bere, Milano da mangiare, Milano che non ha nemmeno un ristorante a tre stelle, unica delle grandi metropoli europee. Una piccola onta per la città che è ormai la capitale del cibo italiano. Onestamente si era capito che nemmeno questo sarebbe stato l'anno buono e nessuno ieri a Parma, dove è stata presentata l'edizione 2018 della guida Michelin, la numero 63, ci avrebbe puntato un ducato. Però al contempo nessuno si aspettava che due degli chef simbolo del capoluogo lombardo avrebbero perso una stella, passando da due a una: Claudio Sadler e Carlo Cracco. Il primo sembrava quasi saperlo, e infatti per ieri aveva organizzato una cena nel suo locale sul Naviglio Grande, ignorando l'appuntamento parmense. La sua reazione è stata affidata a Instagram, dove ha postato la foto della targa dell'anno scorso, con la seconda stella coperta da un cerotto e un rimpianto: «Oggi ho perso il primato di permanenza delle due stelle continuative di Milano, 14 anni. Un incidente di percorso. Siamo al pronto soccorso ma guariremo presto!».
La caduta del secondo ha fatto più scalpore, e infatti quando l'annuncio è stato dato la platea del teatro Regio, dove avveniva la cerimonia, ha borbottato di stupore e languore. Ma come, lo chef forse più famoso d'Italia, quello che strega svenevoli concorrenti a Masterchef, quello che sta per far rinascere la Galleria Vittorio Emanuele, trattato come centinaia di altri cuochi - bravi ma non bravissimi - da Madesimo a Modica?
Lo chef barbuto in fondo l'ha presa bene, come si capisce dall'intervista che gli abbiamo fatto a caldo. Ma certo il movimento si interroga su quanto la sovraesposizione mediatica spesso vada in direzione ostinata e contraria rispetto all'eccellenza assoluta. In fondo anche Antonino Cannavacciuolo, quello reso più famoso dalle pacche che dai paccheri, attende da anni una consacrazione che non arriva mai, sempre fermo a due stelle che buttale via - figurati - ma non crescono mai. Mentre proprio ieri la guida rossa ha premiato con la terza stella Norbert Niederkofler del St. Hubertus di San Cassiano in Alta Badia, allargando la solita cerchia degli otto del Gotha: Massimiliano Alajmo delle Calandre di Rubano (Padova), Heinz Beck della Pergola di Roma, Massimo Bottura dell'Osteria Francescana di Modena, i fratelli Cerea di Vittorio a Brusaporto (Bergamo), Enrico Crippa di Piazza Duomo ad Alba, Annie Fèolde dell'Enoteca Pinchiorri di Firenze, Niko Romito di Casadonna Reale di Castel di Sangro (L'Aquila), Giovanni e Nadia Santini del Pescatore di Canneto dull'Oglio (Mantova). Niederkofler con la sua barba scolpita dal tempo è tutto il contrario dello chef mediatico. Come Crippa, come Romito, come Alajmo. Per il resto la guida ha ricompensato Milano con un nuovo bistellato (Andrea Aprea del Vun) e tre nuovi stellati (Eugenio Boer di Essenza, Roberto Conti di Trussardi alla Scala e Matias Perdomo di Contraste), ha riconfermato il momento d'oro di Enrico Bartolini, che ha ottenuto la quinta stella con la quarta diversa insegna da lui seguita (la nuova stella per il Glam di Venezia si assomma alle due per Bartolini al Mudec di Milano e alla singola per il Casual di Bergamo e per l'Andana di Castiglion della Pescaja), ha portato alla soglia dell'empireo altri due nuovi bistellati (Matteo Metullio della Siriola di San Cassiano - e dàje - e Alberto Faccani di Magnolia a Cesenatico, ha premiato con la stella 356 locali (oltre ai 9 tristellati ce ne sono 41 con due e 306 con una stella), 13 in più del 2016.
Quanto alle regioni, la Lombardia conferma il primato con 63
stellati davanti a Campania (41), Piemonte (40), Veneto (38), Toscana (35), Lazio (30) e Trentino-Alto Adige, che con 25 stellati è la regione più gourmet in rapporto alla popolazione. Tra le città Roma batte Milano 21 a 19.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.