La voce è rauca e si fa fatica a sentirla. Si scusa, prende un caffè, fa i conti con questa estate ancora carica di incertezze. Non è ottimista per quello che accadrà in autunno. Non è solo per il virus. È che bisogna rimettere in piedi una terra che giorno dopo giorno smarrisce un po' di speranza e la strada è ancora lunga. Giorgia Meloni è testarda e anche se non crede agli oroscopi questa cosa è scritta da qualche parte nel suo segno zodiacale. È un capricorno e in questo animale mitologico ha finito per riconoscersi. Per simpatia. «Adesso diranno che sono poco scientifica». È così? «Il contrario. Sono una che quando ha un dubbio va alla ricerca di risposte razionali. È la logica del pensiero scientifico: teorie, dubbi e confutazioni».
Si è vaccinata?
«Sì e senza problemi. Ho vaccinato Ginevra, mia figlia, con i vaccini tradizionali, anche nei casi in cui non era obbligatorio. Mi sono preoccupata per mia madre e l'ho accompagnata al primo centro disponibile, subito».
La accusano di essere vicina ai No Vax.
«Mai stata No Vax, ma questo non mi impedisce di continuare a farmi domande».
Sul green pass.
«Non mi bevo cose che non mi sembrano ragionevoli. Sono a favore della campagna vaccinale, ma contraria a questo utilizzo del green pass».
Era, però, favorevole a quello europeo.
«Certo, perché serviva a garantire il passaggio da un confine all'altro. La scorsa estate non è stato fatto nulla per gestire il contagio di ritorno, di chi era andato in vacanza all'estero e riportava il virus in Italia. Quando invece dicono che sono No Vax perché contraria al green pass per entrare nei ristoranti cosa vuol dire? Che è No Vax anche la Merkel? Gli spagnoli e i greci, che hanno vaccinazioni più basse delle nostre? Tutto il resto d'Europa ad eccezione di Macron sono No Vax, allora? Magari hanno semplicemente considerato che uno strumento che serviva a far ripartire l'economia viene usato per il suo esatto contrario»
Come si sta all'opposizione?
«Non è una posizione comoda».
Si dice il contrario.
«Ma non è così, soprattutto se hai solo il cinque per cento dei parlamentari».
Cosa c'è di scomodo?
«Le garanzie che di solito tutelano le opposizioni per noi valgono un po' di meno».
Copasir, Rai e che altro?
«La maggioranza si è chiusa a riccio. È la prima volta nella storia che l'opposizione non è presente negli uffici di presidenza delle commissioni di inchiesta, compresa quella sulla morte di David Rossi, l'ex portavoce di Montepaschi, oltretutto nata da una proposta di legge di Fratelli d'Italia».
Si sente tradita da Salvini e Berlusconi?
«Ci sono stati episodi sui quali mi sono interrogata. Il fatto che abbiano partecipato a una sorta di conventio ad excludendum insieme a Pd e Cinque Stelle non mi ha fatto certo piacere. È una cosa che io non farei mai».
E continua a fidarsi?
«Spero che siano stati solo episodi, legati magari a equivoci o incomprensioni».
Non è che è lei a essere troppo chiusa? Non dialoga, rifiuta il compromesso, si chiude nel suo guscio, non riconosce la situazione di emergenza.
«Davvero?»
C'è chi lo dice.
«Non mi chiudo nel guscio. Io sono una persona seria e non condivido l'idea che per essere aperti bisogna fare gli inciuci. Non mi piace neppure quando mi dicono che per diventare rispettabile mi tocca andare al governo con il Pd. Non ho bisogno di patenti. Sto bene dove sto e lavoro con il centrodestra per elaborare proposte politiche. Non mi nascondo e non mi tiro indietro. E poi un'opposizione ci vuole».
Si sta sacrificando, insomma?
«Messa così sembra una presa in giro. Se non c'è opposizione, però, non c'è democrazia. Senza Fratelli d'Italia noi avremmo avuto due anomalie».
Cioè?
«L'anomalia di essere l'unica democrazia europea ad avere a capo del governo una persona che non è mai passata da una consultazione popolare».
E la seconda?
«L'anomalia, appunto, di essere l'unica democrazia al mondo senza opposizione. Fratelli d'Italia sta svolgendo un ruolo necessario ed è utile anche al centrodestra».
Gli altri lo sanno?
«Spero di sì. Lega e Forza Italia hanno un vincolo con la maggioranza che noi non abbiamo. Se noi non avessimo presentato l'ordine del giorno sul coprifuoco non si sarebbe aperto un dibattito all'interno del governo. Questo è solo un esempio, ma se ne possono fare tanti altri. Non sono una che fugge dalle responsabilità».
Facciamo un'ipotesi. È il 2023 e si vota per le elezioni politiche. Il centrodestra ottiene la maggioranza di voti e seggi. Chi farà il presidente del consiglio?
«Il capo del partito che prende più voti».
Forza Italia e Lega, sommando, prendono però più consensi. A quel punto avrebbero la maggioranza nella coalizione. Decidono loro?
«Solo se prima delle elezioni fanno un partito unico».
Il Cdu, una sorta di partito repubblicano?
«Il nome se lo sceglieranno loro».
E se si presentano divisi?
«Non si cambiano le regole a partita in corso. Nel 2018 ho chiesto più volte a Mattarella, insistendo, che a Salvini fosse affidato l'incarico di formare il governo. Era lui l'uomo di punta della coalizione, perché lo dicevano i numeri, i voti. Non è che adesso si cambiano i patti perché i sondaggi non sono favorevoli agli altri».
Ci crede ancora nel centrodestra?
«Certo».
Perché?
«Noi possiamo anche discutere e qualche volta litigare, ma la nostra visione del mondo è sostanzialmente compatibile. Io voglio cambiare le cose e so che posso farlo solo con chi la pensa come me».
Si sente ogni tanto con Draghi?
«Si, spesso. Draghi non ha il pregiudizio ideologico che aveva Conte. Noi allora presentavamo proposte che venivano bocciate e poi la maggioranza le riproponeva identiche senza neppure citarci. Questo ora non accade».
È più ottimista sulla situazione economica dell'Italia?
«Dovrei?»
Un rimbalzo sul Pil c'è stato.
«Di fronte a un calo del prodotto interno lordo, lo scorso anno, del nove per cento, un rimbalzo del quattro è fisiologico. Non è un miracolo. La capacità del governo Draghi la vedremo sulla media distanza. È importante capire cosa accade nei prossimi anni. È per questo che continuo a indicare un tema davvero delicato, ma che sembra non interessare più di tanto».
Quale?
«La continuità aziendale. Molte imprese stanno chiudendo perché non conviene restare aperti. Noi dobbiamo dare un segnale. È necessario premiare chi in questo momento sceglie di resistere. Serve un piano fiscale e di semplificazione burocratica per le aziende che non si arrendono, che vanno avanti, che assumono. Si continua invece a mettere cerotti, a tamponare, senza una strategia di rilancio».
Il Fondo Monetario Internazionale ha stanziato 20 miliardi per l'Italia, senza vincoli e condizioni.
«Ma guarda un po'. Quando Fratelli d'Italia parlava dei prelievi speciali del Fmi ci ridevano in faccia. È una bellissima fotografia dell'intellighenzia italiana. Spocchia e incompetenza. Quando più di un anno fa si discuteva sul Mes scrissi una lettera sul Corriere della Sera. Suggerivo, grazie agli studi di alcuni economisti, come Domenico Lombardi, di spingere per attivare questi fondi meno rischiosi. Fui derisa o ignorata. Le bizzarre proposte della Meloni. Adesso ci sono. L'Italia naturalmente non ha svolto alcun ruolo, perché erano tutti occupati a sghignazzare».
I numeri dicono che ha scritto un best seller.
«Non me lo aspettavo. Quando la casa editrice mi disse che avrebbe stampato quarantamila copie mi sembravano davvero tante. Oggi ne abbiamo stampate 180mila. Sono riuscita a raccontarmi e molti mi hanno detto che il libro è scritto bene. Mi sono messa alla prova».
È piaciuto anche a chi non vota Meloni?
«Sì, perfino ad alcuni scrittori insospettabili».
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