Mosca continua a minacciare l'Occidente con lo stop all'export di gas e petrolio. «Anche un dato vicino alle riserve massime degli impianti» di stoccaggio «nei grandi Paesi europei non garantisce un passaggio affidabile del prossimo periodo autunno-inverno». È quanto ha sottolineato Gazprom in una comunicazione sul suo canale Telegram. Il colosso energetico russo ha sottolineato che «in Germania nell'ultimo periodo autunno-inverno (dal 1 ottobre 2021 al 31 marzo 2022) i consumi di gas sono stati pari a 57 miliardi di metri cubi, cioè in media 9,5 miliardi di metri cubi al mese. L'attuale livello di occupazione degli impianti di stoccaggio sotterranei in Germania è dell'84%, il volume di gas attivo è di 18,3 miliardi di metri cubi. Pertanto, il volume delle riserve di gas negli impianti di stoccaggio tedeschi è attualmente paragonabile al consumo medio per soli due mesi su sei». Motivo per il quale il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ieri nell'informativa durante il Consiglio dei ministri ha annunciato che «gli stoccaggi di gas italiani si avvicinano all'83%».
Analogo caveat è stato rivolto nei confronti degli acquirenti di petrolio. «La Russia cesserà di fornire petrolio e prodotti petroliferi ai Paesi che imporranno un tetto al prezzo del petrolio russo», ha detto il vice premier russo Alexander Novak. Secondo Novak, il price cap (tema che sarà al centro del prossimo G7 come annunciato dal segretario al tesoro Usa, Janet Yellen) è una «assoluta assurdità» che rischia di «destabilizzare» il mercato petrolifero. I mercati, tuttavia, temono maggiormente la recessione che le minacce del Cremlino. Ieri i future sul greggio Wti hanno perso il 3,9% a 86,06 dollari al barile e quelli sul Brent il 3,54% a 92,25 dollari.
Ecco perché il prossimo Consiglio Ue dell'energia intende fissare un tetto ai prezzi dell'elettricità prodotta da fonti diverse dal gas per ricavarne risorse con cui ammortizzare i costi delle bollette. Sarebbe questo, secondo indiscrezioni confermate da più fonti, il punto centrale della proposta contenuta in un documento non ufficiale che la Commissione Ue intenderebbe presentare ai ministri dell'Energia dei 27. In sostanza, in base alla proposta, le risorse provenienti dalla differenza tra il tetto fissato e il prezzo finale dell'energia elettrica verrebbe gestito dalle autorità nazionali per dare sussidi ai consumatori che devono fare fronte al caro bollette oppure per introdurre prezzi regolamentati.
Nel documento si conferma poi l'intenzione di varare un piano per
ridurre i consumi di elettricità che ricalcherebbe quello già messo a punto per tagliare i consumi di gas. In questo contesto un'attenzione particolare viene data a interventi incentrati sui momenti di picco dei consumi.
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