Stefano ZurloCasse voraci. Casse bucate. I comuni puntano sulle multe per far quadrare i bilanci sempre più asfittici, ma spesso non riescono a recuperare i soldi delle sanzioni che restano virtuali. È la solita Italia quella che emerge da un'inchiesta dell'Adnkronos: numeri sempre più alti e voragini senza fondo. Un Paese a due o tre velocità. Ad una Milano virtuosa corrispondono metropoli disastrate anche su questo fronte, come Roma e Napoli. Ci sono poi piccoli centri, come Schio in provincia di Vicenza, che sono libri aperti di educazione civica. E danno il buon esempio agli altri, convogliando le somme incamerate per le violazioni al codice della strada nel capitolo sicurezza sulle strade. Da applauso.Ma per uno spicchio di stivale che funziona a meraviglia, ci sono porzioni intere che fanno inorridire. Per sciatteria, per disattenzione, per disorganizzazione, perché Roma è così, dagli affitti non corrisposti alle opere pubbliche incompiute, e perché a Napoli, forse la capitale della furbizia e della prepotenza, la legge vale quello che vale. Lo Stato abbaia ma non morde.Dunque, almeno a spulciare i bilanci di previsione del 2016, si può dire che le multe cresceranno, anche del 30 per cento, sul territorio nazionale. Ma questo non vuol dire che il gettito salirà allo stesso modo: i calcoli sono molto più complicati e contorti per via dell'arretratezza di tante amministrazioni. A cominciare dal disastro Capitale.A Roma infatti l'incremento preventivato quest'anno anno è pari a 75 milioni, da 250 a 325, ma sul totale e sulla lettura complessiva dei dati pesa la palla al piede degli arretrati. Una vergogna. Il Comune riesce a riscuotere sì e no il 35 per cento delle vecchie multe: questo significa che ogni anno si riforma un buco profondo almeno 100 milioni e quindi l'inesorabile corsa in avanti è figlia delle storture e delle mancanze, eufemismo, precedenti. Il prefetto Francesco Paolo Tronca, che sta mettendo pezze da tutte le parti, non si nasconde dietro un dito: su 325 milioni almeno 148 rappresentano il passato e un centinaio, ad occhio e croce, resteranno impigliati nelle tasche dei debitori. Un trend da Terzo mondo, ma al peggio non c'è limite e il peggio si chiama Napoli. La Corte dei conti ha scavato e portato a galla una verità amarissima: su 100 contravvenzioni emesse fra il 2009 e il 2013 il comune ne ha riscosse solo quattro. Sembra uno scherzo, è la realtà: 96 cittadini su 100 non pagano, dando uno schiaffo alla legalità e alla credibilità delle istituzioni.Per raccogliere un briciolo di ottimismo bisogna emigrare al Nord, a Milano. Dove i dati sono in controtendenza e mostrano addirittura un solitario segno meno: la città fa sul serio e colpisce chi sbaglia; così, invece di inseguire a parole distratti e ritardatari, l'efficiente macchina amministrativa può permettersi una politica più ragionata e soft ma comunque concreta: nel 2016 si scenderà da quota 405 milioni a 355 milioni. Cinquanta in meno. L'eccezione che conferma la regola.Italia a macchia di leopardo, quindi, con una filosofia di fondo che, stringi stringi, si può riassumere così: le multe più o meno sono come le tasse e il proposito, non dichiarato, è quello di spremere il contribuente. Ma molti Comuni hanno braccia e mani che non rispondono ai comandi e non raccolgono quel che seminano.
All'opposto nell'avanzato Nord-est Schio mette i puntini sulle «i»: i 980 mila euro delle sanzioni stradali non vengono ingoiati nel calderone generale, tappando falle qua e là, ma vengono utilizzati dalla giunta per finanziare studi, ricerche e campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza. Chapeau. Ma anche la controprova del federalismo tricolore: pagine alte, poche purtroppo, e tomi interi zeppi di scarabocchi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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