Coronavirus

Crescono i contagi ma non decessi e ricoveri. La corsa per vaccinare: uno su due è immune

A rischio 4 regioni. Due dosi al 50% degli italiani, ma in 20 milioni scoperti

Crescono i contagi ma non decessi e ricoveri. La corsa per vaccinare: uno su due è immune

Covid, che cosa accadrà ora? Facciamo parlare i numeri, che rappresentano la nostra àncora di sicurezza in un mare di emotività.

I contagi stanno aumentando: ieri 3.127, appena 6 in più rispetto al giorno precedente ma con un aumento netto rispetto alla domenica precedente, quando erano stati 1.391. Il tasso di positività è dell'1,89 per cento, il più alto dal 3 giugno (2,02 per cento). Non solo: negli ultimi sette giorni i nuovi contagi sono stati 16.176, più del doppio rispetto alla settimana 5-11 luglio, quando erano stati 7.972. L'incidenza è passata da 13,37 casi ogni 100mila abitanti a 27,12. E da ieri una regione, la Sardegna con 58,76 è tornata a superare quella soglia di 50 casi ogni 100mila abitanti che quasi sicuramente la condannerà alla fascia gialla da lunedì 26 luglio. A rischio anche Lazio (40,19), Veneto (43,80) e Sicilia (44,84) sono a rischio. E i numeri continueranno a peggiorare. Tra tre giorni, quando saranno passati dieci giorni dall'ordalia dei festeggiamenti per la vittoria della nazionale di Mancini a Euro 2020 e ci sarà il culmine della cosiddetta «variante azzurra», è probabile che si superino i 5-6mila contagi a livello nazionale e nel giro di un'altra settimana probabilmente torneremo sopra quota 10mila.

E allora? Richiudiamo tutto? No. Perché ieri si sono contati appena 3 morti, il record negativo dal 29 agosto 2020, quando se ne contò soltanto uno. L'andamento dei decessi è in calo (da 126 a 92 il dato mobile settimanale) e questo è un buon segnale, anche se sappiamo bene che quello dei morti è il dato che impiega più tempo a risentire dell'aumento dei contagi, a causa dei tempi spesso lunghi di «lotta» con la malattia. Più significativo il plateu nell'andamento dei ricoveri: ieri 1.292 pazienti Covid ricoverati (una settimana fa erano 1.295), dei quali 156 in terapia intensiva (una settimana fa erano 161). Numeri che convalidano l'abbassamento dell'età mediana dei contagiati, che secondo l'Iss è di 28 anni. Contagiati più giovani uguale meno persone in ospedale e meno persone in pericolo di vita.

Gli infetti sono più giovani perché sono soprattutto loro che si stanno scatenando in questa estate isterica. Ma soprattutto perché sono i meno coperti dalla vaccinazione: soltanto la metà (il 49,98 per cento) degli under 30 hanno avuto almeno una dose e il 25,34 per cento della fascia 12-19 anni. Ma preoccupano di più, semmai, i 412.886 over 80 totalmente scoperti (il 9,07 per cento), che rischiano di non essere più recuperati, come pure il milione o quasi di settantenni (965.273, il 16,04 per cento) completamente scoperti. Sono i meno sensibili alle lusinghe del green pass, che invece potrebbero agire sui quasi due milioni di sessantenni, sui tre milioni di cinquantenni e di 3,5 milioni di quarantenni ancora renitenti alla siringa. Il totale dei vaccinabili che non hanno ancora conosciuto la siringa è di 19.688.619. Oggi però festeggeremo il giro di boa, con il superamento del 50 per cento di persone sopra i 12 anni interamente immunizzate: ieri erano 26.932.443, il 49,87 per cento del totale.

Avanti così, per favore.

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