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Crisanti, il consulente amico

Le porte girevoli ci sono sempre state, ma qui sono un po' troppe.

Crisanti, il consulente amico

Virologo. Anzi no, di più: microbiologo con un curriculum prestigioso lievitato all'Imperial College di Londra. Sembrava spaesato, Andrea Crisanti, al suo rientro in Italia, combinazione, in piena pandemia. Un marziano, lontano dalle camarille di casa nostra. Il tempo di accendere la tv, dove poi è installato a reti unificate per lunghi mesi, e l'accademico ha capito dove soffiava il vento. La scoperta del piccolo schermo, specchio del sapere e dell'inevitabile vanità che quasi sempre va a braccetto con la virtù, poi l'accreditamento con il governatore veneto Luca Zaia che non ha ricambiato, anzi ha preso sempre più le distanze dall'onnipresente docente. Poi il virologo - così lo considera l'opinione pubblica che non ama le sottigliezze - ha virato verso il Pd. Eletto senatore. Benissimo.

Le porte girevoli ci sono sempre state, ma qui sono un po' troppe. Rieccolo, sempre lui, nelle vesti delicatissime di consulente della procura di Bergamo, alle prese col rompicapo dell'inchiesta su pandemia e zona rossa.

Un compito che avrebbe meritato discrezione, lontananza dai riflettori e dalle polemiche, se non altro perché si dovevano quantificare i danni e i morti dovuti a ritardi e balbettìi di chi era chiamato a decidere, in primis l'allora premier Conte e poi il governatore Fontana, e insomma l'obiettivo era dare un ordine al disordine e al caos. Invece, Crisanti è diventato un simbolo e per questo è stato candidato, con consensi e critiche. Era neutrale il Crisanti in versione inglese, è sempre più targato il Crisanti italiano che si è trovato a suo agio fra Padova e Roma, fra la cattedra in ateneo, i salotti dei talk e i velluti di Palazzo Madama. Tanta competenza, chapeau, ma anche un domino di parti in commedia. Ririeccolo: attacca il quasi compagno di partito Roberto Speranza, definendo «esitante» il ministro della salute di quella stagione e poi firma la perizia che potrebbe costare al piddino di ritorno una condanna pesante.

Ma, di solito, queste maxiinchieste si perdono prima, per strada.

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