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Il "pronostico" di Cacciari "La crisi? Fra 4-5 mesi saremo tutti cadaveri"

Commentando gli sviluppi della crisi di governo Cacciari ha evidenziato che oggi siamo di fronte ad "una fase di sopravvivenza che ha poco a che fare con equilibri di carattere politico"

Il "pronostico" di Cacciari "La crisi? Fra 4-5 mesi saremo tutti cadaveri"

Altro che trasformismo che, seppur con "tutte le sue sconcezze", è un fenomeno può vantare "radici profonde in Italia" tanto che "ha accompagnato per molti anni la nascita dello stato unitario". Quanto sta accadendo sullo scacchiere politico italiano negli ultimi giorni "va ben oltre". È il pensiero, duro e schietto, di Massimo Cacciari che in questa travagliata fase politica ha più volte fatto sentire la sua voce non risparmiando critiche a tutti i protagonisti della crisi.

L’ex sindaco di Venezia ha spiegato a Il Messaggero che con questo "Parlamento scassato, in una condizione di generale inadeguatezza del governo e della classe dirigente nel suo complesso, non c'è bisogno del trasformismo per mantenere in piedi un esecutivo e evitare le elezioni". Secondo il pensiero del filosofo tutto si reggerebbe, in sostanza, sulla volontà di conservare la poltrona. "Il 90% dei parlamentari punta alla sopravvivenza fisica, non ha intenzione di consentire elezioni anticipate perché non vuol tornare a casa spesso a svolgere nessuna mansione", ha sottolineato Cacciari che non senza un pizzico di amara ironia ha suggerito a quanti stanno lavorando per trovare i cosiddetti "responsabili" non affannarsi in quanto "Conte non ha bisogno di chissà quali traffici per sopravvivere perché i parlamentari gli si stanno offrendo".

Per il professore, infatti, il governo non corre seri pericoli e, pertanto, "non ha senso dare vita a fenomeni di compravendite indicibili di senatori, come accaduto in passato, oppure alla faticosa costruzione di patti politici o pseudopolitici per strappare pezzi di una coalizione al di qua o al di là dei confini fissati dalle elezioni". Cacciari ha rimarcato che oggi "siamo di fronte ad una fase di sopravvivenza, di galleggiamento, che ha poco a che fare con equilibri di carattere politico". Il filosofo evidenzia che la sinistra non corre il rischio di perdere un altro pezzo della sua presunta superiorità morale accettando la collaborazione di parlamentari eletti nel centro-destra in quanto oggi "non siamo di fronte all'ennesimo episodio di trasformismo. Operazioni politiche di quel genere compiute dalla sinistra sono ormai storia". A supporto di tale tesi il professore ricorda "la nascita del governo D'Alema con i cossighiani, il governo Letta e lo stesso Renzi appoggiato da un partito che si chiamava Nuovo Centrodestra?".

Però per Cacciari un problema per la sinistra c’è. Il professore afferma di non avvertire una spinta riformista e "per il miglioramento delle condizioni di eguaglianza" nel campo progressista. Ciò che preme all’opinione pubblica di sinistra è tenere Matteo Salvini lontano dal governo. Troppo poco se oltre a ciò non c’è un qualcosa d’altro di concreto.

L’avversione per il leader della Lega è un collante che senza progetti non può resistere a lungo: "Renzi o non Renzi, non credo che potranno andare avanti così a lungo con provvedimenti sconclusionati e raffazzonati di un governo debole" perché "presto saremo in un dramma economico e sociale e perché ci sarà da gestire al meglio le enormi risorse del Recovery Fund. Sono cose da far tremare i polsi e invece si respira un'atmosfera di ovattata inconsapevolezza". Scenari drammatici quelli evocati dal filosofo:"Altro che Covid- ha continuato: se continuiamo così fra 4-5 mesi saremo tutti cadaveri".

Cacciari, infine, non rifiuta di dare qualche consiglio al governo sulle prossime mosse da compiere. "Sfruttare il Recovery plan per far ripartire il Paese un po' alla volta e soprattutto spalmare i sacrifici nel modo più equo possibile", ha spiegato il filosofo che ha evidenziato come quei soldi "non servono ad assistere. Non possiamo solo tamponare gli enormi buchi che si stanno creando scaricando il nostro enorme debito sulle spalle di qualcuno e non di altri". Non servirà aspettaremolto per capire se Cacciari ha avuto ragione sui "responsabili".

L'appuntamento di martedì al Senato sarà decisivo.

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