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È crisi per le maxi-bollette: chiudono 5 alberghi in Salento. Adesso si rischia un'ecatombe

C'è un autunno da affrontare. Le serrande si abbassano parzialmente o del tutto. Senza metano, con bollette insostenibili, contratti di forniture fuori controllo

È crisi per le maxi-bollette: chiudono 5 alberghi in Salento. Adesso si rischia un'ecatombe

C'è un autunno da affrontare. Le serrande si abbassano parzialmente o del tutto. Senza metano, con bollette insostenibili, contratti di forniture fuori controllo. Sembravano delle eccezioni, le chiusure causa bolletta. Casi limite, le imprese che riducevano la produzione per l'energia. Ora invece si manifesta lo scenario più cupo. Gli annunci di chi ferma l'attività si moltiplicano da settore a settore. Perché ci sono gli energivori della manifattura, ma ci sono anche i servizi. E ci sono situazioni, segnalate ieri dal Sole 24 Ore, di tantissime aziende che non hanno certezza di avere energia sufficiente per l'inverno. Diversi grandi fornitori avrebbero limitato i contratti a pochi clienti. Un altro grattacapo per il ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti (in foto).

L'ultimo annuncio di stop è arrivato ieri, con una comunicazione alla prefettura di Lecce da parte di Caroli Hotels, un gruppo alberghiero pugliese da 275 dipendenti. Fermo dei servizi. «Si spegne, a causa degli alti costi dell'energia elettrica, la nostra storica catena alberghiera dopo quasi sessanta anni di attività ininterrotta», spiega il direttore Attilio Caputo. Niente nuovi clienti né ristorazione, verranno onorati solo i contratti in essere fino alla loro scadenza. Una scelta obbligata, con 500mila euro di bollette complessive arrivate nel solo mese di agosto: «Spropositati e insostenibili costi che hanno eroso totalmente i margini di profitto, rendono impossibile garantire il prosieguo dell'attività pur ricorrendo alle opportunità offerte dal sistema creditizio ed all'implementazione di impianti fotovoltaici, la cui installazione non è stata ancora autorizzata». Non è un caso isolato, «il problema è generalizzato. A luglio abbiamo chiesto interventi urgenti, sono passati tre mesi a parlare e discutere del tetto europeo al prezzo del gas ma si è perso solo tempo. Ora stiamo affogando nei costi e Caroli Hotels è solo il primo, è l'inizio di una serie - denuncia Giancarlo De Venuto, presidente di Assohotel Confesercenti Lecce - è stato sprecato troppo tempo. Rischiamo nel nostro settore di avere decine di migliaia di lavoratori in cassa integrazione in Italia. Non possiamo permetterci ulteriori perdite di tempo ma, intanto, adesso abbiamo votato e ci vorranno settimane per avere un nuovo governo». Gli interventi visti finora «sono solo gli spiccioli del credito d'imposta», aggiunge.

Il quadro si complica a leggere i dati di Swg, che per Confesercenti ha sondato il clima tra le piccole e medie imprese. Per sostenere gli aumenti dell'energia, il 36% prevede di «aumentare i prezzi finali dei propri prodotti e servizi per riuscire a sostenere la stangata in arrivo per le utenze di energia e gas». Ma per molti scaricare i maggiori costi delle bollette su clienti e consumatori equivale a una sicura uscita dal mercato. Per questo il 26% delle imprese valuta di limitare gli orari di lavoro e di apertura, anticipando la chiusura per risparmiare energia, mentre il 6% pensa di fermare l'attività in bassa stagione. Il 18% potrebbe arrivare invece addirittura a una riduzione del numero dei dipendenti. Il 13% chiederà di pagare le bollette a rate in base al decreto Aiuti-ter. Il 12% vuole sostituire i macchinari con altri a maggiore efficienza energetica. Sono percentuali rilevate su un campione rappresentativo di imprese dell'artigianato, del turismo e del commercio con 50 dipendenti o meno.

Ma allarmanti.

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